AL DI LÀ DI
ERNESTO DE MARTINO
ERNESTO DE MARTINO
Cura guarigione autoterapia
nel tarantolismo
De
Martino per trovare il “tarantismo”
abbandonò da tanti punti di vista il tarantolismo squalificandolo a fenomeno di
pertinenza della Neuropsichiatria. La sua, solo per alcuni fu l’ultima parola.
Per altri il concedersi allo scazzicare della propria tarantola.
Tra
gli scazzicati sul nostro cammino abbiamo incontrato Romualdo Rossetti. E chi è
costui? Non importa. Con simpatia e interesse abbiamo letto il suo “saggio di ermeneutica”
In
altre occasioni, irrefrenabilmente scazzicati da quanto l’etnologo ci racconta
del suo lavoro sul campo, abbiamo voluto, se non altro, porci delle domande su
quelle che noi sentiamo come evidenti dissonanze incontrate su La terra del rimorso. Per questo motivo
come Redazione del “Progetto
Contraria-Mente” non vogliamo ora ignorare la lettura del saggio di
Rossetti attraverso due lavori integrabili. Tarantismo
salentino e antico culto ellenico di Asclepio e Nel nome di Asclepio il tarantismo oltre la lettura di Ernesto De
Martino.
Per Romualdo Rossetti
l’idea di malattia e di guarigione a carattere pre-ippocratico era ancora
presente nell’immaginario collettivo di alcune classi sociali del Salento.
Questa idea, non considerata da De Martino, può essere l’occasione di una
lettura nuova del tarantolismo che esce dalla decodificazione da ultima parola
su cui De Martino ci ha fatto tribolare.
«È doveroso ribadire che l’interpretazione demartiniana (…) non possa
più essere considerata come l’unica interpretazione degna di menzione alla luce
delle nuove scoperte archeologiche ed antropologiche. (…) Oggi possiamo invece
supporre, se non addirittura provare archeologicamente e filologicamente
parlando, che il tarantismo altro non rappresenti e testimoni se non l’eco
lontana di una pratica terapeutica coreutico-musicale ancestrale molto diffusa
nei santuari della guarigione di tutta la Magna Grecia ed
oltre. (…) Gli sarebbe bastato interpretare con più attenzione le stesse
critiche del Serao quando affermava che il tarantismo non dipendeva affatto
dall’intossicazione del morso della tarantola ma, al contrario, unicamente
dall’indole endemica dei Pugliesi. (…) Gli sarebbe bastato poco per intuire che
il tarantismo come catarsi dall’oistros,
come esorcismo coreutico-musicale affondava le sue radici nella protostoria
locale della Magna Grecia. (…) Se soltanto avesse notato. (…) Se non si fosse
soltanto soffermato (…) Se solo De Martino si fosse soffermato un attimo a
considerare il valore simbolico.»
«L’oistros, ancora pochi
decenni addietro, veniva sì considerato una scalfittura sulla pelle dello
sventurato ma soprattutto era vissuto come un segno sacro impresso a fuoco
nella coscienza del prescelto ed un richiamo. (…) Nascondeva quella ferita
ancestrale che dimorava da millenni nell’inconscio collettivo della gente di
Terra d’Otranto. (…) Chi incorreva nella disavventura di una puntura rischiava
di trasformarsi, ancora ai tempi di De Martino, in un pharmakòs soprattutto se non si sottometteva
volontariamente alla cura che nulla aveva di scientifico, perché il mittente
della stessa non era di questo mondo. (…) Non sempre, a grazia ottenuta, si era
salvi del tutto e completamente immuni da quel richiamo ancestrale.»
Ecco, per Romualdo
Rossetti sembra che De Martino non ne abbia azzeccata una, non nella
spiegazione ma nemmeno nell’interpretazione del tarantolismo. Per questo motivo
propone la sua ipotesi sulle sorprendenti analogie sincretiche tra di culto
di Asclepio ed il tarantismo salentino. Una nuova ipotesi d’indagine che sembra voler ridare respiro ad altre
possibilità di una ricerca trans-demartiniana rimasta asfittica e asfissiata
dall’impronta da ultima parola lasciata sul fenomeno da De Martino.
Rossetti
senza mezzi termini si chiede: «Ciò che
lascia oggi sorpresi è però, come mai, uno studioso delle religioni attento,
intelligente ed intuitivo come Ernesto De Martino abbia trascurato di esaminare
il culto di una importantissima pratica medica delle origini e la sua probabile
sovrapposizione sincretica in un altro rito nel corso degli anni.»
- Nel nome di Asclepio il tarantismo oltre la lettura di Ernesto De Martino, di Romualdo Rossetti
- Nel nome di Asclepio il tarantismo oltre la lettura di Ernesto De Martino, di Romualdo Rossetti
La Redazione del "Progetto Contraria-Mente"