LE MADRI FRIGORIFERO
La teoria della madre schizofrenogena prese piede dall’officina psicoanalitica di Freud e si sviluppò per gli anni a seguire fino ad oggi dove lo psichiatra mantiene il sospetto anche se non te lo dice e anche se delega la comprensione della sofferenza massimamente allo psicofarmaco. D’altra parte, se non questo sospetto, cosa, a base della spiegazione di un qualche disagio raccontato a chiare lettere dal paziente, proprio senza bisogno di niente interpretare? Cosa se non quel sospetto motore alla base del transfert amoroso che rintraccia nello psicologo quello che ha voluto portare il paziente e nel paziente la conferma di quello che lo psicologo ha capito. La reciprocità di un regalo.
Che nelle donne osservate la Tietze potesse trovare carenza di calore umano non necessariamente è da individuare come frutto di un’osservazione distorta o non corretta; mentre credo che il problema risieda, cosa che i critici della teoria non sottolineano mai abbastanza, non tanto in quello che si può osservare ma nel creare una relazione di causa ed effetto tra la carenza di calore umano e la schizofrenia. Non c’è nessuno sforzo nell’andare a supporre e perfino a capire e perfino a confermare di come una carenza di calore umano, di affettività, possa entrare in gioco nel vissuto di sofferenza di chi di quel calore si sarebbe nutrito ma anche di chi con quel calore si sarebbe bruciato. Più complicato, se non impossibile, se non del tutto arbitrario, è porre i due elementi in una relazione deterministica. Molto più comprensibile sembra se una relazione anaffettiva contribuisce in qualche modo ad un vissuto anaffettivo e di angoscia e sofferenza, mentre è insostenibile una relazione che vede nella madre l’origine della schizofrenia. Eppure: «Madri sempre colpevoli»
http://www.incompatibile.altervista.org/index.php/la-recensione/31-psico-malelingue.html
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