OMICIDIO COLPOSO
“Pre-Concetti” è una rubrica del giornale a-periodico on line “Contraria-Mente” che possiamo trovare all’indirizzo www.contraria-mente.org il nuovo indirizzo di Contraria-Mente che cambia veste grafica e redazionale. È troppo?
C’è che ci ha ispirato la rubrica.
Ci sono i “preconcetti” e ci sono i “pre-concetti”. Il confonderli non sempre appare operazione linda specie per le conseguenze di cui può partecipare. Ha veramente dei preconcetti la persona che si dirige liberamente o coattivamente di fronte allo psichiatra? È questo che sostengono studiosi psichiatri.
Noi proprio contro i “preconcetti”, anche contro quelli della psichiatria, guarderemo i “pre-concetti”.
Chiamiamo preconcetto l’idea, l’opinione che la persona concepisce irrazionalmente, per partito preso, senza una verifica della sua esattezza o autenticità; costituitasi senza validi elementi di giudizio o senza esperienza diretta. Un pregiudizio. Come il pregiudizio psichiatrico. Quello che noi definiamo punto di vista ideologico. Tutto ciò che fa giudicare in base ai propri preconcetti ed è privo di ogni fondamento.
Psichiatri concludono dicendo «I preconcetti del paziente verso il trattamento psichiatrico influenzano notevolmente la possobilità di ottenere il consenso. Infatti l’informazione già recepita dai mezzi di comunicazione, da coloro con i quali si relaziona, da letture o altro può essere altamente distorta e rafforzare alcuni meccanismi di difesa che si oppongono al riconoscimento della propria malattia.»
È vero che quel giorno può anche non piovere, ma è anche vero che se vedo un cielo annuvolato mi aspetto una giornata di pioggia.
Se la memoria è un problema individuale è anche un problema collettivo: se una cosa posso dimenticarla io, ci sarà sempre qualcuno che se ne ricorderà.
A parte che, dal nostro sempre dubbioso punto di vista, il rispetto della dignità umana e della libertà dell’individuo deve consistere proprio nella possibilità che ognuno di noi ha di avere accesso alla realtà così per com’è fatto, anche con condizionamenti e con diffidenze, il consenso informato, per non essere pura retorica di sola utilità per l’istituzione, se deve portare un contributo in conoscenza contro quelli che si ritengono condizionamenti distorti e contro le diffidenze, tale da consentire alla persona se volere accedere o no alle cure, deve anche rispettare la persona che, per un qualche motivo, non vuole o non riesce a superare né condizionamenti né diffidenze e accede ugualmente alle cure, come la persona che non vuole o non riesce a superare né condizionamenti né diffidenze e non vuole accedere alle cure.
Noi, da parte nostra, per il possibile, continueremo a dare informazioni “altamente distorte” e “contraria-mente”… se non altro per onorare le varie etichette che nel tempo ci vanno appendendo. Etichette apposte sulla nostra carne con la stessa leggerezza e con lo stesso cinismo con cui si può come o meno attaccare una qualsiasi altra etichetta di tipo diagnostico; attaccate con la stessa noncuranza con cui s’è inciso un codice sull’avambraccio dell’ebreo.
Lo faremo ancora anche attraverso la rubrica “Pre-concetti”.
Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti coloro che hanno “pre-concetti”.
Intanto è possibile credere che Giuseppe Casu sia morto in psichiatria e, come l’accusa sostiene, in relazione ad un ricovero in Trattamento Sanitario obbligatorio (TSO)? Ci troviamo di fronte ad un “preconcetto” o ad un “pre-concetto”?
Casu era morto in psichiatria. Di Giampaolo Turri, capo del servizio psichiatrico dell’ospedale Santissima Trinità, è stato sospeso dalla Als competente. Nei suoi confronti c’è un procedimento giudiziario che lo vede imputato di omicidio colposo per la morte dell'ambulante quartese. Maria Cantone, l'altro psichiatra anche essa accusata di omi-cidio colposo e rinviata a giudizio, si era dimessa già il 15 agosto 2007. È con pre-giudizi di questo tipo che le persone si relazionano con lo psichiatra.
C’è che ci ha ispirato la rubrica.
Ci sono i “preconcetti” e ci sono i “pre-concetti”. Il confonderli non sempre appare operazione linda specie per le conseguenze di cui può partecipare. Ha veramente dei preconcetti la persona che si dirige liberamente o coattivamente di fronte allo psichiatra? È questo che sostengono studiosi psichiatri.
Noi proprio contro i “preconcetti”, anche contro quelli della psichiatria, guarderemo i “pre-concetti”.
Chiamiamo preconcetto l’idea, l’opinione che la persona concepisce irrazionalmente, per partito preso, senza una verifica della sua esattezza o autenticità; costituitasi senza validi elementi di giudizio o senza esperienza diretta. Un pregiudizio. Come il pregiudizio psichiatrico. Quello che noi definiamo punto di vista ideologico. Tutto ciò che fa giudicare in base ai propri preconcetti ed è privo di ogni fondamento.
Psichiatri concludono dicendo «I preconcetti del paziente verso il trattamento psichiatrico influenzano notevolmente la possobilità di ottenere il consenso. Infatti l’informazione già recepita dai mezzi di comunicazione, da coloro con i quali si relaziona, da letture o altro può essere altamente distorta e rafforzare alcuni meccanismi di difesa che si oppongono al riconoscimento della propria malattia.»
È vero che quel giorno può anche non piovere, ma è anche vero che se vedo un cielo annuvolato mi aspetto una giornata di pioggia.
Se la memoria è un problema individuale è anche un problema collettivo: se una cosa posso dimenticarla io, ci sarà sempre qualcuno che se ne ricorderà.
A parte che, dal nostro sempre dubbioso punto di vista, il rispetto della dignità umana e della libertà dell’individuo deve consistere proprio nella possibilità che ognuno di noi ha di avere accesso alla realtà così per com’è fatto, anche con condizionamenti e con diffidenze, il consenso informato, per non essere pura retorica di sola utilità per l’istituzione, se deve portare un contributo in conoscenza contro quelli che si ritengono condizionamenti distorti e contro le diffidenze, tale da consentire alla persona se volere accedere o no alle cure, deve anche rispettare la persona che, per un qualche motivo, non vuole o non riesce a superare né condizionamenti né diffidenze e accede ugualmente alle cure, come la persona che non vuole o non riesce a superare né condizionamenti né diffidenze e non vuole accedere alle cure.
Noi, da parte nostra, per il possibile, continueremo a dare informazioni “altamente distorte” e “contraria-mente”… se non altro per onorare le varie etichette che nel tempo ci vanno appendendo. Etichette apposte sulla nostra carne con la stessa leggerezza e con lo stesso cinismo con cui si può come o meno attaccare una qualsiasi altra etichetta di tipo diagnostico; attaccate con la stessa noncuranza con cui s’è inciso un codice sull’avambraccio dell’ebreo.
Lo faremo ancora anche attraverso la rubrica “Pre-concetti”.
Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti coloro che hanno “pre-concetti”.
Intanto è possibile credere che Giuseppe Casu sia morto in psichiatria e, come l’accusa sostiene, in relazione ad un ricovero in Trattamento Sanitario obbligatorio (TSO)? Ci troviamo di fronte ad un “preconcetto” o ad un “pre-concetto”?
Casu era morto in psichiatria. Di Giampaolo Turri, capo del servizio psichiatrico dell’ospedale Santissima Trinità, è stato sospeso dalla Als competente. Nei suoi confronti c’è un procedimento giudiziario che lo vede imputato di omicidio colposo per la morte dell'ambulante quartese. Maria Cantone, l'altro psichiatra anche essa accusata di omi-cidio colposo e rinviata a giudizio, si era dimessa già il 15 agosto 2007. È con pre-giudizi di questo tipo che le persone si relazionano con lo psichiatra.
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