Alice Banfi
TANTO SCAPPO LO STESSO
Romanzo di una matta
Prefazione di Peppe dell'Acqua
Ed. Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri
Collana: Eretica
pagine: 104
formato: 12 x 17 cm
prezzo: euro 10,00
codice ISBN: 978-88-6222-033-0uscita: giugno 2008
Alice ha tre papà e due mamme, cresce nell’amore e nel caos di una famiglia ‘diversa’, si scontra col sesso a soli tre anni, il suo sogno di bambina è diventare una pittrice. Col tempo il sogno di Alice si trasforma in rabbia, che riversa per lo più su se stessa, sul suo corpo: con l’alcool, l’anoressia, picchiandosi e infliggendosi tagli sempre più profondi. Diagnosi: disturbo di personalità borderline. Arriva il primo di una lunga serie di ricoveri in reparti di psichiatria. Si chiude la porta e il mondo rimane fuori. Alice si ritrova in un micro-mondo a forma di corridoio: è all’inferno. Lungo il corridoio, le porte, e per ogni porta un personaggio, una persona, un matto cosicché la storia di Alice si fonde alle storie degli altri.Tutti, per un motivo o per l’altro, legati mani e piedi al letto, assaliti da tre o dieci infermieri. Ma Alice sa sempre liberarsi dalle fascette che stringono polsi e caviglie. Alice vuole fuggire, magari solo per un’ora, ci prova e sempre ci riesce.Tanto, per rientrare basta suonare il campanello. C’è da ridere, c’è da piangere e c’è da pensare: chi è il matto in questa storia?
Alice Banfi, pittrice, lavora ed espone nella sua galleria sul lungomare di Camogli, in provincia di Genova. Ha al suo attivo numerose personali di disegni, pittura, dipinti, illustrazioni per l’infanzia a Milano, Roma, Genova.
Aver trascorso quello che ha trascorso Alice, portarne tracce indelebili sul corpo e avere ancora la forza di narrarne attraversandone minuziosamente le vicende più violente e angoscianti, se non è sempre cosa possibile per tutti coloro che hanno avuto una storia con la psichiatria di sempre, per Alice è un vero dono. Ecco le ragioni della denuncia. Tanto scappo lo stesso apre le porte ermeticamente chiuse dei reparti psichiatrici degli ospedali italiani, permettendo di mostrare una realtà che, a trent’anni dalla legge Basaglia, viene ancora nascosta. Una realtà politicamente e socialmente scomoda, tanto che i giornali non ne parlano, le televisioni la ignorano, senza osare inoltrarsi né nei nuovi manicomi: i reparti psichiatrici, né nel nuovo e più subdolo manicomio diffuso sul territorio organizzato a partire dai Dipartimenti di Salute Mentale.
Quello di Alice, nello stile del Romanzo, ha la dignità di un documento testimonianza che si inserisce in un contesto di più ampia denuncia non solo da parte di chi la Salute Mentale l’ha vissuta sulla sua pelle, come Maria Amato, come Tristano Aimone o come Natale Adornetto ma anche da parte di chi ha attraversato quei territori da operatore sanitario trovandoli privi di ogni possibilità empatica e di reale amancipazione dalla sofferenza come lo psichiatra Enrico Baraldi.
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