LA LOGICA DELL’ECONOMIA
NON HA POSTO PER CHI NON HA NIENTE
La logica delle utilità trionfa sulla disperazione giornaliera delle persone e sulla morte dei più deboli. A Rimini hanno dato fuoco ad un barbone. Al di là dell’imbecillità di qualche idiota che tenta di passare alle cronache come assassino, la pratica della persecuzione dei senza fissa dimora appare come un vero e proprio fenomeno dell’Economia. Una pratica che accomuna i Governi, anche quelli italiani, e gli elettori di quei governi. Certe cose, certi oggetti, certe azioni, certi individui sono veramente inutili per l’Economia per la quale rappresentano un serio pericolo. Per questo vengono attaccati doppiamente: prima come prodotto impresentabile della stessa Economia, quindi come prodotto che si rivolge contro la stessa Economia. I prodotti, le cose di una contraddizione di morte. In una dimensione economica mentre il Governo tenta di cavare utile anche dalla inutilità di un barbone o di un senza fissa dimora, l’intolleranza fatta cultura suggerisce di buttarli a mare, le teste vuote fasciste e l’imbecillità senz’altro titolo propongono il fuoco. All’interno di una relazionalità alla cui base troviamo la filosofia dell’Economia si sviluppano i comportamenti più aberranti e le azioni più atroci di alcuni individui contro altri. Quell’idiota che gli ha dato fuoco sta mostrando al mondo intero proprio quello che col suo gesto assassino voleva nascondere: l’importanza rivoluzionaria e la pericolosità che per il Capitale hanno le scelte e le azioni delle inutilità. La cultura dell’Economia è anche cultura dell’intolleranza. Se è urgente il fuoco è importante e necessario promuovere le relazioni delle inutilità e bruciare quelle delle utilità. L’Economia tiene a bella mostra i suoi oggetti utili. Un “Clochard” non è tra questi. Faremmo volentieri a meno degli utili idioti nelle mani del regime. Agli assassini auguriamo sempre una palla in fronte. Faremmo volentieri a meno anche del ritmo incalzante dell’invenzione di sempre nuove malattie mentali.
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