DISSONANZE DEL TARANTISMO
Nell’estate del 1959, nel
periodo di fine Giugno, De Martino con la sua equipe doveva essere già a
Galatina, in Puglia, ad osservare il rito religioso cristiano dei fedeli di San
Paolo. Doveva effettuare una ricerca sul tarantolismo per porre definitivamente
la parola fine su un fenomeno del quale, di fronte alla modernità, i pugliesi
avrebbero dovuto vergognarsi. Non ultimo perché era incompatibile con il
Modernismo galoppante, poi perché rappresentava un elemento determinante della
“quistione meridionale” e, non
ultimo, perché si trattava di un’espressione di malattia mentale da escludere dalla piazza e relegare negli
istituti della Neuropsichiatria, nei Manicomi.
Dove li andava a trovare
tanti tarantolati tutti insieme per una ricerca che si doveva svolgere in venti
giorni e ancora al quarto giorno era arenata? Non c’era di meglio che andarli a
trovare per la festa di San Paolo radunati tra la chiesa e la cappella.
Momenti tra religione,
cattolicesimo, paganesimo, smisurata e scellerata fede sceneggiata in
indiscussa devozione al Santo, per richiedere una grazia, per accelerarne una
in ritardo, per ringraziarlo d’una grazia già ricevuta, per esortarlo ad
impedire una ricaduta, per promettersi anima e corpo ad un pezzo di legno
scolpito o ad un blocco vuoto di cartapesta verniciata simbolo del governo del
divino sull’umano. Certamente scene raccapriccianti che nella fede cieca, che
papi, preti, parroci, sacerdoti e sacrestani avevano saputo vendere a caro
prezzo dal Medioevo in poi, trovavano tutta la loro ragion d’essere. Scene non
esclusive di San Paolo ma comuni pur nella specificità a tanti altri santi e a
tanti altre comunità del Sud.
Da qui a dichiarare i
tarantolati malati mentali da
deferire alla Neuropsichiatria ne dovrebbe certo passare. Ma non certo per De
Martino. La terra del rimorso si
presenta allora prima di tutto come la storia di una diagnosi psichiatrica
posta da un etnologo. La ricerca in campo che era partita dalla critica della “ipotesi avversa”, quella della malattia,
finiva col diagnosticare il tarantolismo non solo malattia ma malattia mentale.
Più di una dissonanza ritroviamo ne La
terra del rimorso tela di vischio tessuta da De Matino per sempre nuovi
possibili ragni. Stiamo parlando di uno studio pilastro dell’etnologia,
dell’antropologia, dell’etnopsichiatria. Se ne abbiamo veramente trovato, vi proponiamo
solo qualche dissonanza nella pretesa di un occhio diverso. Dal punto di vista
trans-psichiatrico.
La Redazione
(29/06/2012)
Dissonanze del "tarantismo" nella coerenza del tarantolismo
- LA TERRA DEL RIMORSO - Dissonanze del “tarantismo” nella coerenza del tarantolismo - Presentazione