"malattia mentale".
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Per il “Progetto Contraria-Mente”, quale occasione e punto di vista trans-psichiatrico, attraverso gli A-Periodici online del “Progetto” invitiamo i vari gruppi che si pongono in senso critico contro le Psichiatrie integrate nel Dipartimento di Salute Mentale a partecipare alla iniziativa di lotta
UNA RUBRICA IN AFFINITÀ
dove raccontare i fatti della violenza istituzionale. Vogliamo raccontare i fatti; non quelli della Psichiatria ma quelli del Dipartimento di Salute Mentale di oggi che documentano la nuova istituzione e danno atto di un nuovo Manicomio diffuso sul territorio nella sua nuova iconografia post-manicomiale e post “180”.
Non avremmo bisogno di chiamarla “schizofrenia” né “malattia mentale”. Avremmo solo bisogno di ri-abilitarci, di ri-acquisire la perduta abitudine nel saper fare e nel essere persone tra le persone, individui tra gli individui, uomini tra gli uomini, liberandoci dalla millennaria delega della nostra vita all’organizzazione delle Utilità, dell’Economia, del Dominio, dello Stato.
Peccato che molto spesso i successi producono “sopravvissuti” legati a vita all’Istituzione tra psicofarmaci e una pensione d’invalidità, legati a vita attraverso un invisibile filo che mantiene un cordone ombelicale di sicura dipendenza dal Servizio in qualsiasi spazio ci si trovi.
Questo non certo per la cattiveria degli psichiatri, tra l’altro profondi conoscitori della “malattia mentale” ma per il più che semplice motivo che, nonostante la loro conoscenza scientifica e il loro spirito di abnegazione, c’è sempre qualcosa che va storto, qualcosa che sfugge e che si chiama nuova cronicità e definitiva esclusione sociale. Di tutto ciò è accusato il cervello. Noi non sappiamo perché ma basta solo chiederlo agli psichiatri per ottenere una risposta scientifica. Qualcosa che va talmente storto che porta noi a parlare di Manicomio diffuso sul territorio e porta Guzzanti a proporre un riconoscimento legale a quanto già avviene lasciando presagire la riproposizione di un molto più ampio e autoritario Manicomio.
I fatti che vogliamo raccontare sono quelli non della Psichiatria ma di una logica e di una cultura psichiatrica autoritaria che si è riciclata nel Dipartimento, proprio a partire dall’avvio della “180” e nonostante la stessa legge; sono i fatti delle Psichiatrie e di tanti altri “Psi” ancora che si sono integrati in una pratica autoritaria comune, in una istituzione comune e condivisa.
Allora vogliamo narrare andando oltre la gelosia del proprio orticello, oltre la concorrenza da bottegaio, pur mantenendo l’esclusività del proprio giornale, del proprio blog, del proprio sito.
A tal proposito come “Progetto Contraria-Mente” in una cornice trans-psichiatrica, proponiamo una “azione in affinità”, uno spazio comune pur nella specificità del proprio sito; un’area comune che sia anche funzione e progetto comune: denunciare il Dipartimento che si apre sempre più al Manicomio fino alla vergognosa proposta dell’attuale Governo, passante per uno dei tanti galoppini dello gnomo, la proposta Guzzanti.
Invitiamo gruppi e individualità che vogliono aderire alla iniziativa a volerci comunicare la propria adesione.
Non avremmo bisogno di chiamarla “schizofrenia” né “malattia mentale”. Avremmo solo bisogno di ri-abilitarci, di ri-acquisire la perduta abitudine nel saper fare e nel essere persone tra le persone, individui tra gli individui, uomini tra gli uomini, liberandoci dalla millennaria delega della nostra vita all’organizzazione delle Utilità, dell’Economia, del Dominio, dello Stato.
Peccato che molto spesso i successi producono “sopravvissuti” legati a vita all’Istituzione tra psicofarmaci e una pensione d’invalidità, legati a vita attraverso un invisibile filo che mantiene un cordone ombelicale di sicura dipendenza dal Servizio in qualsiasi spazio ci si trovi.
Questo non certo per la cattiveria degli psichiatri, tra l’altro profondi conoscitori della “malattia mentale” ma per il più che semplice motivo che, nonostante la loro conoscenza scientifica e il loro spirito di abnegazione, c’è sempre qualcosa che va storto, qualcosa che sfugge e che si chiama nuova cronicità e definitiva esclusione sociale. Di tutto ciò è accusato il cervello. Noi non sappiamo perché ma basta solo chiederlo agli psichiatri per ottenere una risposta scientifica. Qualcosa che va talmente storto che porta noi a parlare di Manicomio diffuso sul territorio e porta Guzzanti a proporre un riconoscimento legale a quanto già avviene lasciando presagire la riproposizione di un molto più ampio e autoritario Manicomio.
I fatti che vogliamo raccontare sono quelli non della Psichiatria ma di una logica e di una cultura psichiatrica autoritaria che si è riciclata nel Dipartimento, proprio a partire dall’avvio della “180” e nonostante la stessa legge; sono i fatti delle Psichiatrie e di tanti altri “Psi” ancora che si sono integrati in una pratica autoritaria comune, in una istituzione comune e condivisa.
Allora vogliamo narrare andando oltre la gelosia del proprio orticello, oltre la concorrenza da bottegaio, pur mantenendo l’esclusività del proprio giornale, del proprio blog, del proprio sito.
A tal proposito come “Progetto Contraria-Mente” in una cornice trans-psichiatrica, proponiamo una “azione in affinità”, uno spazio comune pur nella specificità del proprio sito; un’area comune che sia anche funzione e progetto comune: denunciare il Dipartimento che si apre sempre più al Manicomio fino alla vergognosa proposta dell’attuale Governo, passante per uno dei tanti galoppini dello gnomo, la proposta Guzzanti.
Invitiamo gruppi e individualità che vogliono aderire alla iniziativa a volerci comunicare la propria adesione.
La Redazione del
"Progetto Contraria-Mente"
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