giovedì 4 settembre 2008

ALICE BANFI E IL ROMANZO DI UNA MATTA

DIPARTIMENTO
Il primo dell'anno lo passai immersa nella mia urina, con mani e piedi legati. Ma Alice promette: "Tanto scappo lo stesso".
UNA LAMETTA
CONTRO LA PSICHIATRIA
a cura di
Gaetano Bonanno
Alice Banfi gliel’ha promesso: “Tanto scappo lo stesso”. In un Romanzo la denuncia contro la Psichiatria. La furia delle inutilità della follia. È una malattia l’inganno della follia. Un’ipotesi di moda tra le tante. Torture da democratica dittatura. Una rivolta individuale contro la Psichiatria. Sanitari laureati in Agraria? Se un guazzabuglio è nella cosa delle cose. Chi ha paura della malattia? A trent’anni niente da festeggiare. Il fittizio della cartella clinica. Appunti fuoriluogo e fuori cartella. Chi è arrivato da Alice prima della Psichiatria? La Psichiatria non si può riformare. Il reparto psichiatrico è solo uno dei servizi del Dipartimento. Oltre il dualismo “malattia/non-malattia”. Per un approccio trans-psichiatrico. Mente Alice o mente il Dipartimento di Salute Mentale? È meglio rivolgere la lametta contro la Psichiatria che contro le proprie martoriate carni. È facendo a meno della relazione di potere che impareremo a fare a meno del potere stesso. Compagni di cella: Francesca, Conchiglia, Simon, Margherita, Maria Paola, Klara, il biondo ragazzino, Piero, Luigi, Elena, Rosalia, Matteo, Ibrahim, Marta. Qualcosa inquieta di più che se si trattasse di una conclamata malattia. È sempre un movimento relazionale che ci racconta della vissuta sofferenza. Un clima carcerario e da caserma. La complicità degli infermieri nuovi aguzzini. La letteratura post riforma non prescrive violenza e autoritarismo. Come tagliano le lamette nella stanza n°19. L’empatia del drago. Dipartimento: più che scelta assenza d’alternative. Tra l’Istituzione delle Psichiatrie e il monopolio del Dipartimento uno sciamano. Abolire la contenzione deve essere un progetto comune. La solidarietà è un’arma contro la violenza istituzionale. La Psichiatria parte di un più ampio settore medico. Antonucci, Cotti, Basaglia e un’interpretazione socialista della malattia. Nel Dipartimento si sono incontrate più Psichiatrie. Necessità di lotte intermedie. Organizzare Gruppi Autonomi di Base con funzione di difesa. Contro l’Istituzione è urgente sapere di che si sta parlando. L’SPDC esprime la massima violenza del Dipartimento. Necessità dell’azione diretta alla morte sociale a vita. La dignità della fuga, dell’azione diretta non nega la condizione di disagio. Capacità empatica e di solidarietà di Alice. Gli stessi “pazienti” suggeriscono inascoltati la relazione terapeutica. Matti e senz’amore. Non tutti siamo capaci di relazioni appropriate. Una lettura medica a-relazionale della sofferenza a protezione dell’Economia. Uno strumentario sopravvissuto. L’infermiere può stare o con l’azienda o con gli esclusi. L’importanza di convincersi della malattia. Il tacco dell’infermiera aguzzina contro ogni diritto. La pericolosità dei sanitari più che follia è paura del regime. Quelle dei sanitari sono responsabilità e non malattie mentali. Tra Disagio Relazionale e “malattia mentale”. Infermieri che non curano né malattie né malati né persone. Un caso terminale. Qualche volta è meglio morire. Non tutti riescono a farcela come Alice. (LEGGI TUTTO)

ALICE BANFI, Tanto Scappo lo Stesso, Romanzo di una matta,

Ed. Stampa Alternativa, Pavona (Roma), maggio 2008; Libro, Pagg. 118, Formato: 12x17, Prezzo € 10,00.

http://www.stampalternativa.it/libri.php?id=978-88-6222-033-0


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