venerdì 25 aprile 2008

PRATICHE AUTORITARIE IN SALUTE MENTALE

Manicomio

Forse legata a letto, un’anziana signora muore. La contenzione meccanica è pratica diffusa sia in psichiatria che nei settori di cura dell’anziano. La logica dell’economia, garantita dal diritto, porta sofferenza e morte anche con le cattive pratiche sanitarie.
Una donna di 81 anni, deceduta il 31 gennaio scorso, nel reparto di psichiatria del padiglione «Bini» del Policlinico di Bari. «Persone informate su fatti» sostengono che al momento della morte, era legata al letto, cosa che dovrà essere accertata dal pm incaricato delle indagini. In verità più che "cattive pratiche" ci sembra più corretto e adeguato alla realtà chiamarle "pratiche autoritarie". La pratica della contenzione diffusa ha tutte le caratteristiche per essere denunciata come pratica autoritaria e per più di un motivo. Assistenza e diritti – Critica alla contenzione e alle cattive pratiche.

martedì 22 aprile 2008

LA CAVALLERIA RUSTICANA DELLA PSICOANALISI


L’ANTI-LIBRO NERO
DELLA
PSICOANALISI


Curato da: Miller J.
Editore: Quodlibet
Pubblicazione: Macerata, 2007
Collana: Campi della psiche
ISBN - 9788874621033
Pagine: 386


Il libro nero della psicoanalisi è solo una parte di quest specie di Cavalleria Rusticana dell'universo "psi" a partire dalla psicoanalisi che si completa e integra mirabilmente con quanto già preannuncia un libro che è stato pubblicato subito dopo e, in un certo senso, in risposta al primo. Il documento è L’anti-libro nero della psicoanalisi, a cura di Jacques-Alain Miller, Edizioni Quodlibet, macerata, 2007; titolo originale L’Anti-livre noir de la psycanalyse.
Nella prefazione all’edizione francese si dice subito: «L’anti-libro non difende, attacca. Non difende Freud e la psicoanalisi contro un’accozzaglia di rimostranze tanto rumorose quanto inoperanti. Attacca molto precisamente quello che l’operazione Libro nero, dopo l’operazione INSERM, raccomanda: le TCC. (n.d.r.:Terapie Cognitivo Comportamentali).»
Il prodotto TCC (Terapie Cognitivo Comportamentali) è stato presentato come una soluzione rapida al minor costo. «Le tecniche proposte utilizzano l’autorità del “soggetto-supposto-sapere” secondo una modalità familiare a coloro che prendono le decisioni e ai manager.»
Ne sentiremo delle belle. Meglio di quelle già sentite. (Leggi tutto)

Se la critica non è in una metodologia autogestionaria, antiautoritaria e non si fornisce di strumenti propri e di una propria organizzazione autonoma è facile che conduca dritto dritto da una sacrestia all’altra, da una fede all’altra. È dal volume critico L’anti-libro nero della psicoanalisi che L’Incompatibile trae un capitolo che ci viene ad avvertire del serio pericolo in cui, critici dell’istituzione psichiatrica, qualche volta passiamo da una religione all’altra da una chiesa all’altra. Basta leggere due libri che hanno valore di documento testimonianza come Il libro nero della psicoanalisi e l’altro, pubblicato subito dopo il primo e a questo in opposizione, L’anti-libro nero della psicoanalisi, per rendersene conto. Non sembrerebbe ma Scientology ha una sua psichiatria. Da una chiesa all'altra.


sabato 12 aprile 2008

LIBERATE EMILIO ZANINI

CHI HA UCCISO
ROBERTA RIINA?
Riconosciamo il dolore e tutte le ragioni della famiglia di Roberta. Non toccate Emilio già da una vita tormentato dalla sofferenza e dall'abbandono. Amiamolo e curiamoci di lui e della sua famiglia. L'assassino è altrove.
Tutti gli altri? Si ritroveranno alla prossima tragedia. Più ciechi di prima. È la tragedia, che bisogna spostare. La tragedia non sta nell’avere Roberta incontrato Emilio o viceversa.
La tragedia sta proprio nella dinamica con cui si sta portando avanti tutta la vicenda che dovrà chiudersi nel cosiddetto atto di giustizia: punire il colpevole trovato. Si ingrassano le galere, si ingrassano i manicomi, si ingrassa la giustizia ma si ingrassa anche la tragedia sociale. In più quella che è accusata come follia sta esprimendo e raccontando l’unica sua possibilità di esistenza e d’essere in una situazione di normata giustizia. Si sta perfino ponendo come via, come esempio, come messaggio risolutivo: in una tale società della giustizia Emilio è l’unico modo di potere essere. La tragedia sta proprio in tale dinamica, nel far sì che tutto, proprio tutto, quello che era Emilio e quello che era Roberta, sia solo una questione privata, personale, loro.
L'assassino è altrove. Chi ha ucciso prima Emilio e poi Roberta?
L'Incompatibile

giovedì 10 aprile 2008

PSICOFARMACI ALL'ASILO

Masino

CONTENZIONE
DALLA CULLA ALLA BARA

Se sono troppo irrequieti sedateli subito. Conteneteli con benzodiazepine o con il più progredito Ritalin. Sedati, controllati, contenuti dalla culla alla bara. Ad ammazzarli c’è sempre tempo. Questi non sono solo i messaggi di una democrazia fittizia ma sono anche le pratiche della democratica dittatura attuale dove un ruolo enorme ha, con la medicina, la psichiatria. È per questa realtà politica ed economica che i politici stanno chiedendo consenso con una nuova sceneggiata elettorale.

Mentre in Italia ormai da tempo si spaccia il Ritalin (metilfenidato) per la terapia dei bimbi con sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione (ADHD), già sin dall’asilo nido si realizzano sulla pelle dei nostri figli forme diverse di contenzione, a partire da quella farmacologica realizzata a base di benzodiazepine. Da questa dei bambini si passerà alla contenzione, nelle sue varie forme, compresa quella meccanica, realizzata nei Dipartimenti di Salute Mentale, fino a quella dell’anziano nelle varie strutture pubbliche e private. Veramente legati dalla culla alla bara.
Un gruppo di genitori di Nardò, nel Leccese, sospetta che all’asilo nido del loro paese, il più accreditato della zona, si somministrassero sedativi ai propri bambini forse ritenuti troppo irrequieti.
Il sindaco di nardò, Antonio Vaglio, commenta:
«si tratta (…) di un fatto di inaudita gravità. Dalle analisi delle urine sarebbero state riscontrate tracce di un farmaco molto particolare con proprietà ansiolitiche, miorilassanti, ipnotiche e sedative.»
«La cosa grave (…) è che si tratta di farmaci che se assunti senza seguire dosaggi medici e per lungo tempo possono portare a situazioni molto gravi e addirittura provocare disordine neurologico, convulsioni, ipertensioni, tachicardia e depressione.»
«Speriamo (…) che tutto questo non risponda a verità.»
Alcuni genitori s’erano accorti che i loro bambini al rientro dall’asilo erano svogliati, assonnati, irritabili e sudavano tanto. Da tale costatazione nasceva il sospetto che portava alla decisione di fare analizzare le urine dei loro figli (bambini da due a tre anni). In quelle urine sono state trovate «tracce di benzodiazepine, sostanze contenute nei tranquillanti e nei sonniferi.»
I sedativi, già negli adulti, se utilizzati per periodi prolungati possono portare a vere e proprie forme di dipendenza. Secondo pediatri, farmacologi e neuropsichiatri infantili, dare sedativi ai bambini è un uso improprio, ingiustificato e comunque rischioso.
Le benzodiazepine sono molecole che agiscono su alcuni recettori a livello cerebrale dando un effetto di sedazione e rilassamento muscolare.
Secondo il farmacologo Silvio Garattini «certamente si tratta di un abuso grave. Nei primi anni di vita, infatti, il cervello si sviluppa a grande velocità e c’è il rischio che tali sostanze possano in qualche modo interagire con i processi di sviluppo cerebrale.»
Il pediatra Alberto Vierucci, della scuola di specializzazione dell’Università di Firenze dice: «Non sappiamo quali possano essere i rischi da uso prolungato di tali sostanze nei bambini, ma sicuramente molto dipende dalle dosi. Ad ogni modo, ci troviamo dinanzi ad un cervello in evoluzione e l’uso di molecole sedative non è opportuno o giustificato.»
Non è questa continua pratica della contenzione proveniente dalla cultura dell’istituzione totale psichiatrica? Non è che per caso questo fa parte della psichiatria, i cui metodi contenitivi psicologici, chimici, meccanici realizzano uno dei più grandi e potenti controlli sociali?
Il problema non sembra essere quello di due operatori di un asilo nido che, stanchi di un’infanzia mercificata e venduta al loro fittizio amore, non riuscendoci con piante organiche sempre più ridotte all’osso, con professionalità calpestate, mortificate e annichilite, con formazione sempre insufficiente e lontana dalla propria professione, con stipendi ridotti alla fame. Pretesti tutti validi ma non fino al punto da giustificare né spiegare un fenomeno sociale, quello della contenzione fisica, molto più vasto e multiforme.

sabato 5 aprile 2008

ASSISTENZA E DIRITTI

Livia Bicego
Maila Mislej
CRITICA ALLA CONTENZIONE
E
ALLE CATTIVE PRATICHE
Il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), la contenzione fisica delle persone, la contenzione meccanica, oltre quella chimica, in regime di TSO, dichiarati “atti sanitari", sono, più che dolorosi ricordi manicomiali, tra le attuali pratiche dell'attuale istituzione psichiatrica, i Dipartimenti di Salute Mentale.

Per la Redazione degli A-periodici online:
http://www.incompatibile.altervista.org/


quelle scelte e quelle azioni riconosciute dall'istituzione psichiatrica sono da ritenere chiari atti criminali contro gli individui.
All'interno dei Dipartimenti di Salute Mentale professionisti, individualità e gruppi resistono al continuo tentativo di essere riciclati all'interno della psichiatria di sempre. Tra questi si distinguono numerosi infermieri. Un gruppo di questi ha dato vita ad un libro/documento che vi proponiamo. Un lavoro esclusivamente per mano di infermieri. "Assistenza e diritti. - Critica alla contenzione e alle cattive pratiche." La pubblicazione è del mese di maggio 2007, a cura di Maila Misley (dirigente infermieristica ASS n. 1 Triestina) e Livia Bicego (responsabile del Servizio Infermieristico del DSM di Trieste).
Dalla prefazione di Franco Rotelli:

"Un certificato di un medico di base di Trieste nel 2006 prescrive la contenzione di un anziano in casa di riposto. I servizi psichiatrici degli ospedali milanesi e romani sono puntualmente dotati di diversi e sempre più articolati strumenti di contenzione fisica dei degenti. Un solerte magistrato di Udine ha rinviato a giudizio il direttore del Dipartimento di Salulte Mentale perchè la rete metallica attorno ad un Centro di Salute Mentale era rotta e aveva consentito ad un aspirante suicida di andarsene. Pratiche fino a ieri esercitate in sordina, di nascosto o comunque consapevolmente non degne vengono rileggittimate da regolamenti, protocolli, definizioni pseudoscientifiche, giustificazioni etiche. In questo libro vi è un'idea forte, convinta e organica di difesa e proposta concreta di diritti esercitabili. Un sistema visto come a portata di mano che i diritti inveri invece di lederli. Passione e detica della professione che si fanno sistema di intervento, lettura delle complessità, consapevolezza dei mezzi e della loro praticabilità dichiarata ed esercitata."
Autori: Mislej Maila e Bicego Livia
Editore: Carocci
Genere: scienze
Argomento: assistenza sanitaria, diritti del malato
Collana: Laboratorio
Pagine: 173
ISBN: 8874665199
Data pubblicazione: 2007

Richiedere a:
Livia Bicego: e-mail:livia.bicego@ass1.sanita.fvg.it
oppure, online:

PSICOFARMACI AGLI PSICHIATRI

CE N'È QUANTO BASTA PER RIDURSI L'ESISTENZA A BRANDELLI
O PER DECIDERE DI REAGIRE
Un uomo precipita con l’auto da un viadotto. È uno psichiatra, abituato a ripercorrere la vita degli altri. Ma questa volta i fotogrammi che gli scorrono davanti raccontano la storia della crisi esistenziale e professionale dentro la quale è precipitato ben prima di sfondare il guard-rail. Negli ultimi mesi due donne riemerse dal passato lo hanno coinvolto in una danza d’amore e di guerra al di qua e al di là dell’Oceano; un anziano e sovversivo dottore che predica la fratellanza terapeutica e l’abolizione dei farmaci ha sgretolato le sue certezze nella psichiatria; un perverso scienziato ostaggio dell’industria farmaceutica e coinvolto in un brutale omicidio lo ha costretto a trasformarsi in investigatore e minaccia la sua vita. «quando sarete in difficoltà, quando vi aspetterete aiuto, accoglienza, calore umano, dall’altra parte troverete solo la prepotenza della psichiatria, la sopraffazione di ricoveri coatti chiamati T.S.O., con un acronimo che nasconde la vergogna di un contenuto malcerto (Trattamento Sanitario) sotto l’unica evidente certezza (Obbligatorio); troverete persone in divisa da poliziotto, quasi mai consapevoli di ciò che stanno facendo, che a forza vi tradurranno in un reparto psichiatrico. Questi reparti sono organizzati come bunker spietati e terribili, murati da sbarre e da porte chiuse, che ne sanciscono la diversità irrimediabile dal resto dell’ospedale. Costretti in quel luogo di segregazione, vi capiterà di essere legati al letto: scriveranno sulla vostra cartella medica che le condizioni ciniche hanno richiesto “la contenzione fisica con le fascette” e hanno indotto il personale a “coercirvi in prima”, o “in seconda” o addirittura “in quinta”; in realtà vi troverete addosso uno, due o forse cinque legacci che inchioderanno la vostra sofferenza all’annullamento di ogni dignità e rispetto. E vi resteranno addosso, soprattutto, cicatrici psicologiche che non si cancelleranno più nella vita. Così il vostro dolore aumenterà, travolto dall’incomprensione di chi doveva essere lì per ascoltare, soffocato da dosi farmacologiche sempre più alte prescritte da chi, paladino della giusta distanza terapeutica, resta indifferente, anche quando trova il tempo di starvi ad ascoltare, al senso e al valore delle parole provenienti dal vostro cuore straziato. E a questo punto, malridotti come sarete, conoscerete lui, il vostro psichiatra, che vi convincerà che tutto questo è fatto per voi, per il vostro bene, e piano piano, conoscendo la tecnica come un extraterrestre agli uffizi, vi porterà da un legame fatto con le corde e coi farmaci, a un legame costruito sulla dipendenza psicologica, il più assurdo, il più forte, il più sconvolgente che vi fosse fino ad allora capitato nella vita.»
Il senso di colpa scava e lavora duramente. Non resiste più al senso di colpa prodotto da precise critiche dei suoi pazienti. Il protagonista, uno psichiatra, ad un certo punto vuole finalmente ascoltare i suoi pazienti. Uscito dall’ideologia della distanza terapeutica capisce i danni che tutt’oggi produce l’istituzione della Salute Mentale e riscopre una modalità completamente diversa di relazionarsi in una prospettiva terapeutica. Dalla crisi in cui s’è voluto catapultare ne esce solo attraverso il contatto su un’isola con un “Dottore” che sapeva che cos’è la psichiatria è ha trascorso i suoi anni portando aiuto alle persona con Disagio Relazionale attraverso una metodologia il più lontana possibile da quella psichiatrica.
Era questo metodo che la lotta di distruzione dei manicomi s’era proposto. Il suo ridursi alla “180” ha consentito alla psichiatria di colonizzare i dipartimenti di Salute Mentale. Tutt’oggi è estremamente difficile che l’azione della Salute Mentale sulle persone con Disagio Relazionale che vi si rivolgono in cerca di aiuto abbia la dignità della terapia e del Nursing. Lo psichiatra Baraldi, in una critica serrata all’istituzione psichiatrica di oggi, ammantata di Salute Mentale, ci aiuta a capire perché. Il romanzo, per chi ha un senso di rivolta contro la psichiatria, è un manuale anche per chi non è del mestiere necessario a capire cosa si muove tutt’oggi nei Dipartimenti di Salute Mentale. È anche un manuale per chi vuole capire in che direzione muoversi quando vuole portare il suo aiuto all’interno di una metodologia empatica e contro ogni autoritarismo psichiatrico. (Leggi articolo)


Enrico Baraldi
PSICOFARMACI AGLI PSICHIATRI
Romanzo
Edizione Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri
Collana: Eretica
Padova, settembre 2007
pp. 144
PREZZO: 10,00 euro
ISBN: 978-88-7226-998-5

http://www.stampalternativa.it