martedì 29 settembre 2009

HACK: «UN VERO E PROPRIO SEQUESTRO»


MARGHERITA HACK
"Appello per bambina sequestrata!"
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Alcuni siti hanno già riportato di Margherita Hack un “Appello per bambina sequestrata!

Al di là della retorica dei Diriti Umani in cui non abbiamo motivo di credere.
Al di là della “legalità” e di ogni codice strumenti creati esclusivamente per mantenere e garantire una società fondata sul dominio dello Stato sugli esclusi.
Al di là della probabilità che la Hack, vogliono dire, lavorando con le stelle, abbia perso qualche colpo, il suo “Appello per bambina sequestrata!” qualche dubbio ce lo suscita… e anche più di uno se consideriamo le Istituzioni che sono entrate in gioco sicuramente per risolvere i problemi di una bambina e della sua famiglia.
“Aipsi-med” aggiunge qualche dato in più: Trieste. La bambina sarebbe stata sottratta ai genitori dalle istituzioni, per presunta malattia mentale della madre.

Ma lasciamo perdere quello che la nostra malignità ci fa pensare e sentiamo quello che ci racconta la Hack. Sono tutti colpi persi?

Ai seguenti indirizzi troverete l’appello.



http://www.youtube.com/watch?v=wjer8KzSKjQ

http://www.meetup.com/Grilli-Milano/boards/view/viewthread?thread=7758793

http://sanita.altervista.org/bambinasequestrata.html

http://www.aipsimed.org/articolo/appello-di-margherita-hack-bimba-tolta-ai-genitori

venerdì 18 settembre 2009

FRANCESCO MASTROGIOVANNI







Sono in molti ad accorgersi di come Mastrogiovanni non sia morto di morte naturale. Non è difficile capire di quanto quella “malattia” di Francesco, che avrebbe richiesto un intervento di TSO, sia stata creata di sana pianta. Come nessuno dovrebbe sopportare che, si trattasse pure di una “malattia mentale”, un manipolo di istituzioni possa permettersi e per di più impunemente di legare una persona a letto fino alla morte. Cosa non del tutto desueta in quelle che ormai non riusciamo a meglio definire che Istituzioni del Male Mentale. Di Giuseppe Tarallo, ex sindaco di Montecorice, amico di Francesco e della sua famiglia, proponiamo delle osservazioni alle quali, pur se non dettate da un punto di vista anarchico, dovrebbero prestare orecchio i responsabili della morte di Francesco. L’Anti-psichiatria dei Diritti Umani non s’accorge che Francesco Mastrogiovanni è stato ucciso precisamente per mano di chi è preposto alla difesa dei Diritti Umani? Anche le stesse istituzioni se ne accorgono. Fare il resto non può spettare certo all’apertura di un’inchiesta. Se una critica trans-psichiatrica ha la pretesa di voler andare al di là della Psichiatria e dell’Anti-psichiatria ha anche la certezza di voler andare al di là di un’inchiesta di Stato nella prospettiva che la morte di Francesco chiuda il ciclo di morte per mano dell’Istituzione del Male Mentale e in regime di TSO.

lunedì 7 settembre 2009

LAVORARE CON LE VOCI

Ron Coleman e Mike Smith


«Il perdurare della malattia mentale è un fallimento non delle persone ma della società… per non aver offerto nulla!»

Questo libro, scritto da un "paziente schizofrenico" e da un operatore psichiatrico, scuote alle radici l'albero della nostra pigrizia e ci invita a (ri)diventare protagonisti della nostra vita partendo dalla nostra esperienza; tutti noi: utenti, operatori, persone. (Dalla presentazione di M. Macario)

Ron Coleman ha passato tredici anni dentro e fuori il sistema psichiatrico inglese con la diagnosi di gravi problemi psicotici; dalla sua esperienza personale ha sviluppato un approccio alla malattia mentale finalizzato a riprendere il controllo della propria vita ed alla guarigione.
Ron è attivo nel movimento degli uditori di voci Intervoice e da tempo promuove lo sviluppo di esperienze di auto-mutuo-aiuto e la collaborazione tra operatori e utenti per costruire insieme percorsi di salute mentale.

Mike Smith è un infermiere con venti anni di lavoro nei servizi di salute mentale del Regno Unito; i suoi interessi principali riguardano il processo di guarigione dalla psicosi, I'autolesionismo e la formazione degli operatori psichiatrici affinché siano più efficaci nel collaborare con gli uditori di voci nel percorso verso la recovery. È ricercatore presso l'università dell'lnghilterra Centrale, ha pubblicato diversi libri e collaborato alla realizzazione di numerose trasmissioni radio-televisive sui temi della salute mentale.

http://www.informa-azione.info/files/eBooks/Lavorare_Con_Le_Voci.pdf


venerdì 4 settembre 2009

DI TSO SI MUORE ANCORA

PER UN ANARCHICO IL TSO È DOPPIO




Nei reparti per la Tutela della Salute Mentale si muore di TSO. Le pratiche repressive, violente e sanguinarie eseguite fino alla morte sulla pelle di Francesco, per gli psichiatri fanno parte del protocollo previsto per casi di Trattamento Sanitario Obbligatorio.


Il 31 Luglio 2009, Francesco Mastrogiovanni, di 58 anni, viene ricoverato, contro la propria volontà presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Aveva 58 anni. Alle 7.20 di martedì 4 agosto viene trovato morto nello stesso reparto presso cui era stato ricoverato.È stato il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ad emanare e firmare l'ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio contro Mastrogiovanni ma avrebbe potuto essere un altro qualsiasi dei tanti sindaci di questa democratica dittatura.
Secondo le cronache, dall’autopsia si evince che Francesco è morto per un edema polmonare provocato da un’insufficienza ventricolare sinistra e si rivela che il suo corpo presenta profonde lesioni a polsi e caviglie verosimilmente causate dai cordami utilizzati dai sanitari per legare una persona al letto. Anche per la procura di Vallo della Lucania, le lesioni dimostrerebbero l’allettamento forzato e prolungato del paziente in un letto di contenzione.
Non si sa, cosa che vogliamo sapere, quale malattia mentale gli abbiano trovato per rinchiuderlo fino alla morte, nel giro di quattro giorni, in un reparto psichiatrico ma per Francesco c’erano le aggravanti: «noto anarchico», personaggio «pericoloso socialmente, intollerante ai carabinieri», ribelle alla regola. Infatti Francesco fino alla fine si è professato anarchico e chi lo conosceva ne ha testimoniato i suoi comportamenti dolci, gentili, premurosi fuori dal comune. Perfino il parroco di Castelnuovo don Pietro Sacco, del quale non si possono sospettare simpatie anarchiche e che conosceva Franco da 37 anni, ha apprezzato i suoi sentimenti nobili, il suo attaccamento al senso della giustizia e l’attenzione che mostrava verso gli ultimi.
Anche quest’ennesimo TSO ha avuto le caratteristiche più di un attentato terroristico che di una pratica sanitaria dell’Istituzione psichiatrica contro un individuo a cui è stata certamente diagnosticata una malattia mentale ma nei confronti della quale era stata promessa cura e assistenza. Infatti la mattina del 31 luglio decine di carabinieri e vigili urbani, «alcuni in borghese, altri armati fino ai denti, hanno circondato la casa in cui alloggiava dall’inizio di luglio per le vacanze estive» con uno spiegamento di forze dell’ordine e di armi degno dell’arresto improbabile di un boss della camorra ma solo per dar seguito a un’ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Puntuale la replica degli psichiatri: «Finora sono state scritte solo falsità». «Contestiamo quanto finora pubblicizzato a mezzo stampa perché destituito di qualsiasi fondamento - ha detto Antonio Fasolino, insieme a Francesca Di Genio legale del primario di Psichiatria, Michele Di Genio - Il professor Mastrogiovanni è giunto in ospedale a seguito di una emanazione di un'ordinanza di "trattamento sanitario obbligatorio" da parte del comune di Pollica. I sanitari dell'ospedale di Vallo della Lucania hanno seguito il protocollo previsto per casi come questo».
Il pm nel suo atto di accusa dice che «Hanno ucciso un uomo in un letto di contenzione».
Francesco era un anarchico e un vissuto da anarchico aveva avuto e non è la prima volta che un anarchico, dove non viene ucciso misteriosamente, finisce in trattamento psichiatrico. Nonostante ciò dire che Francesco abbia avuto un TSO perché anarchico sarebbe negare che tali trattamenti non sono riservati solo agli anarchici o ai “non omologati”; sarebbe come tenere in scarsa considerazione che di TSO muore tanta gente che niente ha a che vedere con l’Anarchia. Nello stesso tempo vogliamo evidenziare e denunciare che se tale trattamento, propriamente con quel tipo di protocollo, è quello riservato a tanta brava gente, quello riservato a Mastrogiovanni è un TSO doppio.
Non siamo certo in tempi di Psichiatria manicomiale né di ospedale psichiatrico. La morte di Mastrogiovanni è avvenuta all’interno delle solo diversamente autoritarie strutture della Salute Mentale. Che cosa si vorrebbe poter conservare di tali moderne nonché democratiche strutture di dominio sanitario che promettono tutela e garantiscono la morte? Niente. Proprio niente. La stessa dignità e lo spirito di abnegazione di quella minoranza dallo sguardo diverso sulla follia sono già periti sotto una mangiata di povere nella stessa sepoltura che ha seppellito Franco come tanti altri individui travolti dalla scienza psichiatrica.
A quando l’avvio di un processo di distruzione delle attuali invisibili ma più spesse mura della Salute Mentale dove la nostra vita viene consumata prima ancora di essere stata usata?
Gaetano Bonanno