martedì 19 aprile 2011
PROCESSO MASTROGIOVANNI
lunedì 18 aprile 2011
Commovente di come, a dispetto delle denuncie degli “incompatibile” vari, in Salute Mentale le persone vengano prese in cura con autentico amore. Ha goduto di tali cure anche un minorenne presso un “repertino” di Psichiatria di Enna. Le Istituzioni alla Psichiatria giustapposte in amorevoli cure sono veramente tante. Hanno lavorato armonicamente e senza badare a spese per rendere a Natale le amorevoli cure che ogni essere umano merita in condizioni di sofferenza. Per non dire che gli operatori sanitari che hanno avuto in cura Natale, in tutte le loro azioni assistenziali non hanno avuto bisogno di ispirarsi ai codici deontologici della professione, alla deontologia umana, ma si sono seriamente e scrupolosamente attenuti al Diritto, alle leggi, alle linee guida aziendali, nazionali ed internazionali. Quei sanitari e la compagine con la quale si sono relazionati, nel loro indubitabile ossequio alla professionalità ma prima di tutto all’umanità, stanno garantendo un ottimo servizio all’Istituzione della Salute Mentale assicurandole nello stesso tempo la stessa lunga vita che nemmeno il Manicomio s’era potuto permettere. Finalmente siamo veramente fuori dalla manicomialità. Ci associamo al rammarico della Direzione del dipartimento Salute Mentale per essere accidentalmente incappata nei dissapori delle male lingue che hanno messo in dubbio la compagine dell’Amore. È stato proprio il Direttore in persona a sostenere che se c’è stato “accanimento” è stato solamente in Amore: le forse dell’Ordine hanno operato «amorevolmente ed in collaborazione con il personale del reparto». Tutti hanno fornito prestazioni sempre con «tentativi amorevoli».
LE AMOREVOLI CURE DELLA SALUTE MENTALE
È EMOZIONANTE L'AMORE DELLA SALUTE MENTALE
ENNA - LA CONTENZIONE FISICA È L'ATTO D'AMORE DELLA SALUTE MENTALE
La Redazione
mercoledì 13 aprile 2011
TERAPIE DISABILITANTI
TERAPIE PSICHIATRICHE CEREBRO-INVALIDANTI
Farmaci, elettroshock e compagine psicofarmaceutica
Autore: Dott. Peter Breggin
Editore: Springer Publishing Co.
Anno: 2008
Nuova edizione rivista ed aggiornata
Psicofarmaci tra miracoli e nocività cerebrale.
È la compagine che organizza l’industria psicofarmaceutica americana considerata come polo avanzato nella promozione e nell’impiego di psicofarmaci per la cura dei disturbi mentali.
Un libro di un cinquecento pagine; né una prima colazione né uno spuntino a merenda. Non un taccuino da viaggio né un romanzo per gli ombrelloni d’agosto. Meglio così. Una critica alla moderna Psichiatria. Relativamente ai danni da psicofarmaci diagnosticati come sintomi della malattia che galoppa, lo psichiatra Breggin qualcosa dentro quel malloppo l’ha messo. Basta dare un’occhiata all’indice, che abbiamo volutamente lasciato in lingua, per rendersi conto degli argomenti con i quali motiva quella che definisce una “infame realtà”. Una lobotomizzazione chimica. Indicazioni su come prestare aiuto senza sostanza psicoattiva. I principi generali per una corretta sospensione degli psicofarmaci. Come “Progetto Contraria-Mente” non prestiamo giuramento su Breggin come non lo prestiamo su altri psichiatri più o meno critici. Ci incontra sul nostro tragitto e lo leggiamo come tante altre cose ed altri autori abbiamo letto. Per le conclusioni non c’è mai fretta ma rimane sempre responsabilità del lettore pervenire ad una conclusione piuttosto che ad un’altra.
Arriva a considerare anche uno dei non ultimi neurolettici messi in commercio come l’Abilify nella nuova edizione dell’opera del 2008 della quale nella presente recensione inseriamo alcuni passi significativi e l’Indice:
- Presentazione del Dott. Breggin di “Terapie psichiatriche cerebro-invalidanti”.
- Fattori psicologici che influiscono sull’illusione terapeutica.
- Invalidità di natura iatrogena e relativa contestazione nella psichiatria autoritaria.
- Terapie psichiatriche cerebro-invalidanti.
- Terapia senza farmaci.
Breggin fa un lavoro ben documentato e approfondito ma non riesce ad eludere una critica che riteniamo fondamentale nei confronti di ogni organizzazione e di ogni forma di Potere, quella contro la relazionalità autoritaria che ne è alla base. Non è certo questa critica che può sminuire il valore delle informazioni che Breggin fornisce non solo sulla Psichiatria ma anche sul suo più ampio contesto dallo psichiatra definito “compagine”. Sembrerebbe appena conseguenziale e coerente che se alla “compagine” si rivolge una critica attraverso
Breggin nel suo lavoro introduce il concetto di “compagine”, con il quale vuole indicare le interazioni esistenti tra case farmaceutiche, ricercatori, enti statali, organizzazioni mediche e Psichiatria. Un’associazione che organizza una compagine all’interno della quale
La Redazione del "Progetto Contraria-Mente"
martedì 5 aprile 2011
CHIAMATELA DEMOCRAZIA
(Editoriale su "L'Incompatibile")
Tutto ciò in una situazione in cui la democrazia si esprime in:
- uno stato di guerra continua istituzionalmente definita “missione di pace”
- deportazioni di massa
- esautoramento del Parlamento in una pratica di parlamentarismo fittizia
- capillare controllo di uno Stato di Polizia ad ogni livello
- ricchezza sempre più concentrata nella mani di pochi con la rovinosa e mortale esclusione dei più
- sindacati totalmente venduti, come sempre, al Capitale
- politici e parlamentari che, alla faccia della retorica del popolo sovrano, creano nuove leggi mentre altre ne rimaneggiano al fine di garantire la loro dittatura sfruttando l’inganno della democrazia
- uomini di potere i cui delitti rimangono impuniti al di là d’ogni prova
- carceri stracolmi della popolazione dei prima esclusi e poi messi al bando come delinquenti e lasciati a marcire nelle patrie galere
- Manicomi Criminali, campi d’assassinio a cielo aperto
- Sanità, pubblica e privata, che più che produrre salute è ormai più che chiara fabbrica di morte.
Chiamatela pure democrazia.
- Dove c’è un dittatore, più o meno camuffato, che non ha più bisogno né delle armi né della iconografia dell’ancora sanguinante dittatura fascista, anche se, avendole rinnovate, non le ha totalmente dismesse
- dove c’è un oppiaceo ma non per questo meno responsabile consenso di massa
- dove c’è un’opposizione fittizia e per dovere d’immagine che del senso della libertà non ha traccia alcuna
- dove una serie di gruppi sparpagliati praticano la retorica della coltura del proprio orticello a copertura, più o meno volontaria, di un più ampio macello sociale
- dove non sembra esserci decisione alcuna di una critica fino alla distruzione della relazione autoritaria;
questa situazione, nella sua struttura
NOI
Nella sua essenza, noi la chiamiamo
RELAZIONALITÀ AUTORITARIA.
“Progetto Contraria-Mente”