sabato 27 settembre 2008

TRANS-PSICHIATRIA

TRANS-PSICHIATRIA


Un'occasione

oltre la Psichiatria

oltre l'Anti-psichiatria

oltre la Non-psichiatria


A partire da Rimini 2008. Linguaggi diversi? Si può capire la Trans-psichiatria? Sappiamo di che stiamo parlando. Un linguaggio condiviso. Odor di tradimento. Per non dimenticare. Un chiarimento trans-psichiatrico. Da Szasz a Di Paola. Onestà e retorica. Uno psichiatra in nome della Scienza. I pensieri delle Psichiatrie. Anima persa. Né cura né prendersi cura. “180” una rivoluzione fittizia. Una situazione oltre il niente che ho. La differenza nelle analogie. Un discorso a-relazionale. Szasz insegna. Guardie e ladri. La categoria del derubato. La “causa” nell’Anti-psichiatria. Facce della stessa medaglia. La Psichiatria di oggi. Non è un problema di Scienza. La malattia? Dipende. Psichiatrie integrate nel Dipartimento. Tanti psichiatri quanti Psichiatrie. Psichiatrie integrate nel potere. Quale “Anti-”. Contro ogni relazione di potere. Psichiatrie integrate nell’autoritarismo del Dipartimento. Manicomio e Dipartimento stesso autoritarismo. L’Anti-psichiatria dei nostalgici. Chi può arrivare prima della Psichiatria. Una triplice lotta. La centralità dell’individuo. I pericoli della delega. Ogni approccio è una promessa. Anche l’ignoranza è strumento di potere. C’è sempre una questione di metodo. Il pericolo delle nostre relazioni di potere. Dipartimento come Manicomio. Un punto di vista trans-psichiatrico. Psichiatria cieca. Aprire varchi in affinità. Un’azione oltre. Da malati di niente a finalmente malati. Dare occhi all’azione. L’azione trans-psichiatrica. Con il potere e con la Psichiatria abbiamo in comune prima di tutto il linguaggio. Con la trans-psichiatria vogliamo porre una discriminante di metodo e progetto. Quello psichiatrico è solo appena un granello dell’abnorme potere dello Stato. Non per questo sposeremo una critica qualsiasi solo perché si cinge della qualifica di anti-psichiatrica. Da Szasz a L’istituzione del male mentale, di Di Paola. Leonardo Ancona critica Szasz: come Don Ferrante. I pensieri infiniti delle Psichiatrie. Il medico dell’anima che cosa sta continuando a curare di una mai trovata anima né di un mai trovato suo moderno succedaneo. Curasse almeno l’uomo che si crede portatore di un’anima, di una psiche e di una loro malattia. La “180” ha cambiato i connotati alla violenza. L’Istituzione cambia le facoltà della conoscenza. Quel qualcosa che hanno oltre il niente che abbiamo. Ogni spazio fisico, mentale e relazionale può rappresentare un’occasione verso l’altrove. Istituzioni totali tra analogie e differenze. È la pistola a produrre comportamenti insensati. Psichiatria e Anti-psichiatria hanno un derubato in comune. In quali panni calarsi è sempre una scelta. La Psichiatria e la malattia hanno uno statuto epistemologico? Con la Psichiatria cambia la malattia. Mille psichiatrie. Psichiatrie e psichiatri integrati nel DSM. Necessità di analisi della Psichiatria del Dipartimento. Non tutte le Anti-psichiatrie si confanno per affinità al “Progetto Contraria-Mente”. La Psichiatria, anche nel suo modello Dipartimento, riflette il modello del potere statale. Anche il Dipartimento è figlio dell’Anti-psichiatria. Della “malattia mentale” non abbiamo capito né che cos’è né cosa non è. Reciproci riciclaggi. L’Anti-psichiatria dei nostalgici, delle vedove e degli orfani. Il Dipartimento è incapace di mantenere la promessa cura. Dove c’è la Psichiatria nessuno può arrivare prima. L’istituzione cambia discorsi diversi in strutture di morte e controllo sociale. Il potere della delega in senso autoritario. Una cornice istituzionale trasforma anche l’ignoranza in strumento di dominio. La giostra del metodo istituzionale. Siamo sempre su una giostra. Qualche volta in controsenso. L’istituzione non ha spazio per uno sguardo olistico dell’individuo. È l’affinità di metodo che guida la nostra relazione. Un’azione al di là dell’ideologia. Un meccanismo Ex adiuvantibus. Dove una richiesta giustifica una malattia. In ogni caso vogliamo sapere di che stiamo parlando. Verso l’individuo in quel qualcosa che ha oltre il niente che ha. Verso l’individuo in quel qualcosa che è oltre il niente che è. (Leggi articolo)

mercoledì 10 settembre 2008

COSA HO OLTRE IL NIENTE CHE HO

Una rubrica de "L'Incompatibile"
A-Periodico online del
"Progetto Contraria-Mente"

Nell’individuo cerchiamo sempre quel qualcosa oltre il niente che ha. È sempre necessario sapere di che stiamo parlando se non altro per orientarci nella relazione che manteniamo attraverso la comunicazione. Cos’hanno quegli esseri umani? Cos’hanno quegli individui? Quelle persone? Hanno di tutto e hanno di niente. Oggetto dei pensieri di tanti. Possono come no avere qualcosa. A seconda di chi li guarda. Hanno quelli, nessuno dei quali s’è fermato a farsi da loro raccontare cos’hanno anche quando non hanno niente. Noi ce lo faremo raccontare.
Se i sensi non c’ingannano totalmente, in noi, in condizione di Disagio Relazionale, qualcosa succede. Facciamo delle cose a seconda di quello che ci succede. La condizione di Disagio Relazionale, senza qualcosa che la descrive, pone tutti sullo stesso piano. Piano che diventa individuale e unico tutte le volte che quel Disagio assume le sembianze della persona che lo porta. Personale, individuale, unica come unico è l’individuo che si trova in quella sua particolare e del tutto personale condizione. Allora: “cos’hanno quegli individui?” non sembra domanda corretta. Nemmeno: “cos’ha quel’individuo?” Forse sarebbe più opportuno che noi ci chiedessimo cos’è quell’individuo. Qual è in un certo momento il suo vissuto che produce un Disagio prima ancora di poterlo mettere in comune col mio.
Così abbiamo pensato che non c’è di meglio che farsi raccontare cos’ha dalla stessa persona che ce l’ha. Questa Rubrica è allora di quelle persone che credono o sentono di avere qualcosa di quella cosa che, col suo essere niente, ci fa parlare di condizione di Disagio Relazionale. Non chiederemo alle persone se hanno o non hanno una malattia, cosa che rimane un fatto del tutto personale e individuale. Come non ci interessa il medico che dichiara la di lui condizione una “malattia”, come non ci interessa chi la definisce “non-malattia”. Dopo tutto in entrambi i casi è posta sempre una diagnosi di tipo medico. Anche a noi serve una diagnosi e quella medica, per fortuna, non è l’unica diagnosi possibile. Il medico che cerca una malattia e un malato pone una diagnosi medica. Anche noi abbiamo bisogno di una diagnosi, di quella che ci serve a trovare l’individuo… anche quello che ha bisogno di un medico. Dopo tutto cos’è se non una diagnosi quella che mira a trovare nell’individuo cosa questo abbia oltre il niente che ha?
La Redazione

giovedì 4 settembre 2008

ALICE BANFI E IL ROMANZO DI UNA MATTA

DIPARTIMENTO
Il primo dell'anno lo passai immersa nella mia urina, con mani e piedi legati. Ma Alice promette: "Tanto scappo lo stesso".
UNA LAMETTA
CONTRO LA PSICHIATRIA
a cura di
Gaetano Bonanno
Alice Banfi gliel’ha promesso: “Tanto scappo lo stesso”. In un Romanzo la denuncia contro la Psichiatria. La furia delle inutilità della follia. È una malattia l’inganno della follia. Un’ipotesi di moda tra le tante. Torture da democratica dittatura. Una rivolta individuale contro la Psichiatria. Sanitari laureati in Agraria? Se un guazzabuglio è nella cosa delle cose. Chi ha paura della malattia? A trent’anni niente da festeggiare. Il fittizio della cartella clinica. Appunti fuoriluogo e fuori cartella. Chi è arrivato da Alice prima della Psichiatria? La Psichiatria non si può riformare. Il reparto psichiatrico è solo uno dei servizi del Dipartimento. Oltre il dualismo “malattia/non-malattia”. Per un approccio trans-psichiatrico. Mente Alice o mente il Dipartimento di Salute Mentale? È meglio rivolgere la lametta contro la Psichiatria che contro le proprie martoriate carni. È facendo a meno della relazione di potere che impareremo a fare a meno del potere stesso. Compagni di cella: Francesca, Conchiglia, Simon, Margherita, Maria Paola, Klara, il biondo ragazzino, Piero, Luigi, Elena, Rosalia, Matteo, Ibrahim, Marta. Qualcosa inquieta di più che se si trattasse di una conclamata malattia. È sempre un movimento relazionale che ci racconta della vissuta sofferenza. Un clima carcerario e da caserma. La complicità degli infermieri nuovi aguzzini. La letteratura post riforma non prescrive violenza e autoritarismo. Come tagliano le lamette nella stanza n°19. L’empatia del drago. Dipartimento: più che scelta assenza d’alternative. Tra l’Istituzione delle Psichiatrie e il monopolio del Dipartimento uno sciamano. Abolire la contenzione deve essere un progetto comune. La solidarietà è un’arma contro la violenza istituzionale. La Psichiatria parte di un più ampio settore medico. Antonucci, Cotti, Basaglia e un’interpretazione socialista della malattia. Nel Dipartimento si sono incontrate più Psichiatrie. Necessità di lotte intermedie. Organizzare Gruppi Autonomi di Base con funzione di difesa. Contro l’Istituzione è urgente sapere di che si sta parlando. L’SPDC esprime la massima violenza del Dipartimento. Necessità dell’azione diretta alla morte sociale a vita. La dignità della fuga, dell’azione diretta non nega la condizione di disagio. Capacità empatica e di solidarietà di Alice. Gli stessi “pazienti” suggeriscono inascoltati la relazione terapeutica. Matti e senz’amore. Non tutti siamo capaci di relazioni appropriate. Una lettura medica a-relazionale della sofferenza a protezione dell’Economia. Uno strumentario sopravvissuto. L’infermiere può stare o con l’azienda o con gli esclusi. L’importanza di convincersi della malattia. Il tacco dell’infermiera aguzzina contro ogni diritto. La pericolosità dei sanitari più che follia è paura del regime. Quelle dei sanitari sono responsabilità e non malattie mentali. Tra Disagio Relazionale e “malattia mentale”. Infermieri che non curano né malattie né malati né persone. Un caso terminale. Qualche volta è meglio morire. Non tutti riescono a farcela come Alice. (LEGGI TUTTO)

ALICE BANFI, Tanto Scappo lo Stesso, Romanzo di una matta,

Ed. Stampa Alternativa, Pavona (Roma), maggio 2008; Libro, Pagg. 118, Formato: 12x17, Prezzo € 10,00.

http://www.stampalternativa.it/libri.php?id=978-88-6222-033-0