sabato 7 luglio 2012

MUSICA E TARANTOLISMO


MUSICA DAL BARBIERE ALLA RIANIMAZIONE

 
L’unghia del mignolo era lunga, affilata, pulita e curata. Già raccontava della professionalità del barbiere. Non nella barba. Nella patologia. All’apice d’un mignolo sollevato attraverso l’anello di una forbice, a destra, o libero sulla sinistra che, tra pollice, indice e anulare, accompagna la danza del pettine dentro il pelo, al ritmo del taglio delle lame e della forbice; culminante nella battuta del colpo di forbice sul pettine a scaricarne il grosso, quell’unghia, arma letale, attrezzo multi uso, era anche bisturi e segno distintivo dei poteri della mano del cerusico. Tra i cerusici c’erano i barbieri. Gente che, oltre che di pelo e contropelo, si occupava di terapia facendo un lavoro con le mani. A fianco a muratori e becchini, nell’ultimo tarantolismo li troviamo che, oltre a operatori del rasoio e della forbice, sono operatori della musica. Sempre terapeuti di mano fino a farsele sanguinare con orgoglio sugli strumenti alla ricerca della terapia giusta nella giusta posologia che avesse portato a guarigione il malcapitato punto dalla tarantola. Quella musica dal salone del barbiere, al capezzale dei tarantolati è arrivata al capezzale della rianimazione di tanta gente in coma.
Al di là di quanto potevano ipotizzare le interpretazioni di De Martino mai sostenute da spiegazioni del fenomeno, documenti e narrazioni varie portano fino a noi un tarantolismo in tutta la dignità di terapia vera e propria, in una dimensione comunitaria come qualità fondamentale di quegli uomini e quelle donne che con la tarantola animalesca o fantastica si sono intossicati, hanno ballato, hanno guarito.
La cosa magica del tarantolismo era che quegli individui com’erano capaci di farsi pungere così erano capaci di guarire. Dopo essere stati punti era solo con quella specifica terapia che erano in grado di rianimarsi e riaversi.
In quel fenomeno c’era qualcosa che curava e qualcosa che guariva. I pugliesi, per il tarantolismo, furono gli ultimi terapeuti di se stessi. La girandola delle ipotesi è continuata, ma quella terapia come la conoscevano i tarantolati non l’ha conosciuta più nessuno. Nessuno degli ipotizzatori, dei suppositori e supponenti, oltre alla squalifica del fenomeno, s’è saputo, ma nemmeno potuto, prendere la responsabilità di spiegare i meccanismi del tarantolismo, le dinamiche della guarigione, il significato. Cosa del tarantolismo curava e aveva curato per secoli e perché? La risposta era veramente semplice. Solo gli scimuniti potevano non arrivarci: non essendo reale il ragno, reale non poteva essere né la puntura, né il veleno né tantomeno la terapia. Altrimenti detto: essendo un delirio la tarantola, un delirio doveva essere tutto ciò che ad essa seguiva, terapia compresa. Come, dopo tali conclusioni, un delirio sarebbe pretendere di rispondere al cosa della terapia curasse e al perché. Altro delirio: come il setting coreutico-musicale-cromatico curasse e guarisse, non solo al di là di ogni lettino e di una relazione duale ma perfino comunitaria, e perché i conflitti psicologici irrisolti scalpitanti col pericolo di far scoppiare il soffitto dell’inconscio dentro la camera della coscienza distratta da altro?
Ne “La terra del rimorso” De Martino ci racconta, oltre che d’un tentativo di smitizzazione e d’un’azione di squalificazione del tarantolismo, delle dissonanze che, riferendoci al suo stesso linguaggio, non potremmo che definire “simbolo” inequivocabile della prospettiva della sua ricerca. Un capitolo chiave per la lettura di tutto il documento può essere quello dell’autonomia simbolica del tarantolismo. Quelli che ai tempi dell’etnologo erano i misteri terapeutici della musica li ritroviamo, meno misterici, come coterapeutici, in situazioni di un diverso ammalamento. Si può liquidare, incomprensibile e mitologica per quanto sia ma in ogni caso terapeutica, la pratica odierna del portare la musica ai piedi del letto delle persone in coma che vivono la più tragica condizione di perdita della presenza? Non si sa mai. Si tratta di musiche diverse in contesti diversi e di nessuna analogia con la musica dei tarantolati?

MI RI-ARMU  -  RISVEGLIATI RIANIMATI RIAVUTI (Leggi tutto)

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