giovedì 30 ottobre 2008

UNA RUBRICA IN AFFINITÀ

La Sifilide fu il modello per la nascita della
"malattia mentale".

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Per il “Progetto Contraria-Mente”, quale occasione e punto di vista trans-psichiatrico, attraverso gli A-Periodici online del “Progetto” invitiamo i vari gruppi che si pongono in senso critico contro le Psichiatrie integrate nel Dipartimento di Salute Mentale a partecipare alla iniziativa di lotta
UNA RUBRICA IN AFFINITÀ
dove raccontare i fatti della violenza istituzionale. Vogliamo raccontare i fatti; non quelli della Psichiatria ma quelli del Dipartimento di Salute Mentale di oggi che documentano la nuova istituzione e danno atto di un nuovo Manicomio diffuso sul territorio nella sua nuova iconografia post-manicomiale e post “180”.
Non avremmo bisogno di chiamarla “schizofrenia” né “malattia mentale”. Avremmo solo bisogno di ri-abilitarci, di ri-acquisire la perduta abitudine nel saper fare e nel essere persone tra le persone, individui tra gli individui, uomini tra gli uomini, liberandoci dalla millennaria delega della nostra vita all’organizzazione delle Utilità, dell’Economia, del Dominio, dello Stato.
Peccato che molto spesso i successi producono “sopravvissuti” legati a vita all’Istituzione tra psicofarmaci e una pensione d’invalidità, legati a vita attraverso un invisibile filo che mantiene un cordone ombelicale di sicura dipendenza dal Servizio in qualsiasi spazio ci si trovi.
Questo non certo per la cattiveria degli psichiatri, tra l’altro profondi conoscitori della “malattia mentale” ma per il più che semplice motivo che, nonostante la loro conoscenza scientifica e il loro spirito di abnegazione, c’è sempre qualcosa che va storto, qualcosa che sfugge e che si chiama nuova cronicità e definitiva esclusione sociale. Di tutto ciò è accusato il cervello. Noi non sappiamo perché ma basta solo chiederlo agli psichiatri per ottenere una risposta scientifica. Qualcosa che va talmente storto che porta noi a parlare di Manicomio diffuso sul territorio e porta Guzzanti a proporre un riconoscimento legale a quanto già avviene lasciando presagire la riproposizione di un molto più ampio e autoritario Manicomio.
I fatti che vogliamo raccontare sono quelli non della Psichiatria ma di una logica e di una cultura psichiatrica autoritaria che si è riciclata nel Dipartimento, proprio a partire dall’avvio della “180” e nonostante la stessa legge; sono i fatti delle Psichiatrie e di tanti altri “Psi” ancora che si sono integrati in una pratica autoritaria comune, in una istituzione comune e condivisa.
Allora vogliamo narrare andando oltre la gelosia del proprio orticello, oltre la concorrenza da bottegaio, pur mantenendo l’esclusività del proprio giornale, del proprio blog, del proprio sito.
A tal proposito come “Progetto Contraria-Mente” in una cornice trans-psichiatrica, proponiamo una “azione in affinità”, uno spazio comune pur nella specificità del proprio sito; un’area comune che sia anche funzione e progetto comune: denunciare il Dipartimento che si apre sempre più al Manicomio fino alla vergognosa proposta dell’attuale Governo, passante per uno dei tanti galoppini dello gnomo, la proposta Guzzanti.
Invitiamo gruppi e individualità che vogliono aderire alla iniziativa a volerci comunicare la propria adesione.
La Redazione del
"Progetto Contraria-Mente"

sabato 25 ottobre 2008

IL MANICOMIO DI GUZZANTI

SE RIAPRONO I MANICOMI

Una ignobile proposta del Governo del Cavaliere senza mentite spoglie vuole riaprire i Manicomi

"Progetto Contraria-Mente"

“Modifiche e integrazioni della legislazione psichiatrica nazionale” – Una proposta di legge “Presentata dall’On. Paolo Guzzanti” che tenta di dare un colpo definitivo alle già precarie condizioni di persone diagnosticate dai servizi del Dipartimento di Salute Mentale e delle loro famiglie. Paolo Guzzanti, deputato del Popolo delle Libertà è anche giornalista, politico e conduttore televisivo italiano. Riformare la legge Basaglia che nega l’esistenza della malattia mentale e con la quale l’anti-psichiatra si proponeva di disintegrare la famiglia borghese, far esplodere le divisioni di classe, aprire la strada alla rivoluzione; il tutto sulla pelle dei malati e delle loro famiglie. Se la proposta di Guzzanti dimostra l’antipatia per i comunisti non ci può interessare di meno, che dimostri prima di tutto il cinismo nei confronti dell’individuo in generale e della persona che vive condizioni di Disagio Relazionale… è un’altra cosa. In questo senso la proposta ci fa proprio schifo. È urgente un’azione di difesa da simili attacchi alla dignità umana.
Ancora un Governo per gli individui. A quando la rupe spartana. Intanto lo Stato propone il ritorno dell’accalappiamatti. La dittatura non necessariamente si esprime con i carri armati per le strade. Un’Economia globale richiede uno Stato di polizia. Ogni istituzione ha il compito di incrementare il controllo degli individui. A fianco del Carcere, la Sanità attua un maggiore controllo anche attraverso l’integrazione delle Psichiatrie con il consumo di psicofarmaci. Alcune forme di disagio sociale vengono così controllate dalla Medicina. Ancora una volta per il Disagio Relazionale c’è un grosso peso da pagare. Tra rupi e monti il Manicomio è tra noi. Tra la Tarpea e il Taigeto della democrazia. La logica dell’Economia può sopravvivere solo come dittatura. Individui toccati dalla diagnosi e dal trattamento delle Psichiatrie costretti a ripetute esclusioni. I governi continuano a manganellare i sudditi, non ultimi ancora gli studenti in piazza. Tra le flatulenze dello gnomo pelato spunta il Manicomio “umanizzato” del parlamentare Guzzanti. Hanno tutti i numeri affinché la promessa venga mantenuta. La realtà manicomiale in atto è già un vantaggio, basta qualche aggiustatina “empatica”. Un riconoscimento e un supporto legislativo ad un Manicomio già diffuso sul territorio. Il problema non è una nuova riforma quanto un peggioramento delle già spaventose condizioni dei diagnosticati. Più che tornare indietro è solo lo Stato che nella Psichiatria assume forme di dominio diverse. La distruzione della vita, della salute, della libertà, della dignità degli individui rimane una costante di ogni governo. È sempre il momento di fare fuori dalla propria vita ogni forma di potere organizzato. La necessità della rivolta è la necessità della libertà anche quando ci troviamo in situazioni di “Disagio Relazionale”. La stigmatizzazione si rimodella. Una cosa è dominare le persone con la “cura” un’altra è la solidarietà del prendersene cura.
Se riaprono i manicomi. Nessuno può tirarsi fuori. L’aveva promesso. La mente di Guzzanti. Quali EBM? Strumenti di quale scienza? Ancora Psichiatria? Le “Cliniche Umanizzate”. «Nuove Cliniche». Guzzanti e Orsini: unico riformismo. La terminologia. Servizio accalappiamatti. Ricovero come galera. Finalmente un TSO come si deve. Autorità maniacale dei nuovi SPDC. La relazione empatica in bocca a Guzzanti. Padroni di cavalli. Non è questione di parole. Non riconosciamo padroni. La relazione empatica è contro la relazione di potere. Denunciamo. Dalla cura al prendersi cura. Per evitare un peggioramento.
La Redazione di:

L’Incompatibile
Contraria-Mente
Contraria-Mente-Nero

domenica 19 ottobre 2008

LA MENTE DEPREDATA - T. SZASZ

Trans-psichiatria la scelta di un punto di vista. La spartizione di un bottino. Metafora differenziale. La Psichiatria dopo la guerra. Szasz e Anti-psichiatria un nemico diversamente comune. Le distanze dall’Anti-psichiatria. Psichiatria una specializzazione della mitologia. Contro la violenza psichiatrica ma favorevole ad un trattamento liberamente scelto. Per un approccio analitico alla Psichiatria. L’Anti-psichiatria pretende una supremazia del folle sul sano. Kingsley Hall come una qualsiasi istituzione psichiatrica. Per Szasz dove non c’è malattia non c’è niente da curare. Laing e la vittimizzazione: “folli” virtuosi ma vittimizzati. L’Anti-psichiatria impone ai contribuenti di pagare il viaggio nella follia. Continua il trattamento morale della Psichiatria. Szasz è contro l’assistenza sanitaria gratis alla “follia”. Le persone chiedono o rifiutano l’aiuto psichiatrico? Analogie tra Psichiatria, Psicoanalisi e Anti-psichiatria. Laing predicatore della Nuova Sinistra e intollerante fanatico religioso, retorico. Psichiatri e anti-psichiatri fanatici religiosi. La critica di Laing simile a quelle del marxismo e del collettivismo. Dove c’è inautenticità c’è “schizofrenia”. Alla base della teoria sulla “schizofrenia” di Laing c’è il “non autentico”. “Schizofrenia” per la Psichiatria, “autenticità” per l’Anti-psichiatria, sono simboli sacri. Critica dell’idealizzazione della follia. Szasz è per una Psichiatria più umana e non coercitiva. Cooper confonde se stesso con Gesù Cristo. Cooper a Laing vogliono imporre i propri valori sul mondo. Per l’Anti-psichiatria la vittoria sulla follia è una fratellanza collettivistica. Il paternalismo di Laing. Il disprezzo per i costi. Laing e Cooper anti-psichiatri. Sostengono l’imposizione e rifiutano il contratto. Dalla malattia alla società malata. Szasz: non contro gli psichiatri ma contro quello che fanno con violenza. La “schizofrenia” non è accertabile con evidenze mediche. Mary Barnes, sempre schizofrenica, guarita alla sacra moschea dell’Anti-psichiatria. Le mistificazioni dell’Anti-psichiatria. Per gli anti-psichiatri la schizofrenia non è una malattia ma la curano ugualmente. Laing dice e scrive luoghi comuni. Fa promesse ma non le mantiene. Le contraddizioni dell’Anti-psichiatria. Se un individuo va oltre i confini dell’Io. Kingsley Hall “un ospedale vero e proprio”. Lo stile arrogante e mistico di Laing. Funzioni terapeutiche non definite. Laing non vuole comunicare ma convertire. Simmetria tra Psichiatria e Anti-psichiatria ma entrambi contengono qualche dose di verità. Se si ha un sé non autentico. Lo schizofrenico superiore alla gente comune. Laing continua la tradizione di Bleuler e di Freud. Analogie. I ricoveri dell’anti-psichiatria come quelli della psichiatria. Metafore prese in senso letterale. Gli anti-psichiatri invertono il vocabolario della Psichiatria. Schizofrenia tra malattia e viaggio. Analogia tra anti-psichiatri e marxisti. Tutti vittime di un saccheggio? Alla vittima di un saccheggio nulla di se stessa rimane. Il modello dell’Anti-psichiatria è quello dello sfruttamento e del colonialismo. Per Cooper ognuno di noi è vittima di un furto. La mente saccheggiata. Szasz critica Proudhon attraverso Searle. Per Szasz i giovani vogliono distruggere le istituzioni perché sono invidiosi. Psichiatria e Anti-psichiatria un cannibalismo comune. Da un cervello biologicamente sano ad un sé vero e autentico. Se la sifilide distrugge il cervello la civilizzazione distrugge il sé. Cosa in fondo in fondo pensa Szasz? Cambia solamente tipo di metafora. Cos’è la schizofrenia per Szasz. Dove la “schizofrenia” si chiama “malattia” Szasz chiama i medici carcerieri e i “pazienti” prigionieri. Szasz una bella domanda: si chiede se veramente Laing abbia fatto di Mary Barnes una pittrice di talento. Szasz tra le righe e oltre. Tutto qui? (Ga.Bo.)

venerdì 10 ottobre 2008

QUESTIONE D'AFFINITÀ

Sotto il termini di “Anti-psichiatria”, coinquilini dello stesso pantano, troviamo veramente di tutto e il contrario di tutto. Non ci può interessare di meno. Come api attingiamo al nettare che lotte e immani sofferenze hanno per noi generose approntato; come sicuri sostenitori della relazione empatica contro ogni relazione di potere, contro ogni potere e contro ogni struttura di potere, siamo critici e respingiamo ogni dogmatismo, ogni autoritarismo, ogni acritica posizione ideologica che, se promette critica contro la Psichiatria, molto spesso ne ripercorre il comportamento e la modalità relazionale. Come fa Adornetto che non è il solo nell’Anti-psichiatria ad essere incollerito nei confronti del Dipartimento ma non per questo più critico fino ad essere infamante nelle sue ciniche conclusioni. In tal senso nel filone anti-psichiatrico troviamo lotte significative, intelligenti e critiche come troviamo conclusioni indegne come quelle dell’anti-psichiatra Natale Adornetto che indifferentemente pone l’occasione “Trans-psichiatria” tra psichiatri, mafiosi e fascisti. Sono tante le leggerezze dell'Anti-psichiatria che giustificano la nostra scelta di una discriminante nell'occasione "Trans-psichiatria". Proponiamo alcuni documenti che hanno accompagnato una presa di distanza della Trans-psichiatria dalla conclusione a cui perviene l'anti-psichiatra Adornetto che non possiamo non ritenere che manipolativa e infamante. Per noi la ricerca di affinità di metodo e di progetto è alla base dell'azione Trans-psichiatrica.

1) PSICHIATRI E MAFIOSI di Natale Adornetto
2) RICHIESTA DI COMUNICATO STAMPA DI RETTIFICA di Contraria-Mente
3) RISPOSTA DI ADORNETTO A CONTRARIA-MENTE
4) «TRANS-PSICHIATRIA: UN CHIARIMENTO» di Natale Adornetto
5) COMUNICATO STAMPA di Contraria-Mente
6) QUANDO LA RETTIFICA È PIÙ INDEGNA DELL'INFAME SCORRETTEZZA - la Redazione di Contraria-Mente

La Redazione
A-Periodici online del
"Progetto Contraria-Mente"

martedì 7 ottobre 2008

COMUNICATO STAMPA




Il 30 Settembre 2008, lo psicologo anti-psichiatra dottore Natale Adornetto con una e-mail ampiamente diffusa, avente per argomento «Psichiatri e mafiosi» pone la Trans-psichiatria tra Psichiatri, mafiosi e fascisti.
«Possono chiamarla (…) trans psichiatria (…) MA SEMPRE PSICHIATRIA È (…) e le basi della psichiatria madre sono la violenza, l'autoritarismo (…) basi che stanno alla base anche della mafia e del fascismo.»
Lungi dal volere evidenziare, non ce n’è bisogno, di come l’occasione Trans-psichiatria niente abbia né può avere a che fare né a che spartire con nessuno dei gruppi autoritari tra i quali l’anti-psichiatra Adornetto l’ha inserita

EVIDENZIAMO E CRITICHIAMO

la manipolazione condotta dall’Anti-psichiatra Adornetto come infamante sia della proposta Trans-psichiatria che dello stesso “Progetto Contraria-Mente”.
Nello stesso tempo, cogliamo l’occasione per ricordare ad Adornetto e a tanta Anti-psichiatria autoritaria che il metodo proposto dal punto di vista trans-psichiatrico è prima di tutto una chiara e inequivocabile discriminante sia rispetto all’autoritarismo di tutti quei gruppi a cui lo psicologo si riferisce sia rispetto ad un’abitudine all’autoritarismo di tanta parte dell’Anti-psichiatria italiana.
Ad una nostra richiesta mirante ad un chiarimento pubblico e per una revisione e rettifica di quanto scorrettamente detto e sostenuto, il dottore Adornetto, oltre che rispondere in modo parziale e ulteriormente manipolatorio, risponde con una rettifica più indegna dell’originaria infame scorrettezza.
Conosciamo personalmente lo psicologo Adornetto, a fianco delle cui lotte siamo stati e del quale sappiamo quanto pesante a lui siano state le Psichiatrie del Dipartimento, ma quel chiarimento e quella rettifica se non le ha fatte lui nei termini da noi richiesti non ci resta che farle noi.
Non sentiamo certo Adornetto un nemico, che rimane comunque altrove; non riteniamo comunque possibile né opportuno da nessun punto di vista relazionarci ulteriormente con componenti dell’Anti-psichiatria dal comportamento più che scorretto, autoritario, dogmatico e spesso cieco al punto della continua diversità di pensiero di chi sta parlando senza sapere veramente di cosa sta parlando. Se la diversità del pensiero trova il suo valore nel distinguersi dal pensiero unico non riusciamo a trovare alcuna affinità né con chi parla senza sapere di che sta parlando né con chi ritiene che dal definirsi “psichiatrizzato” gli possa o gli debba derivare una patente in più nel variegato pantano antipsichiatrico.
Una cosa è la critica anti-psichiatrica, un’altra è la manipolazione anti-psichiatrica dove perfino il punto di vista trans-psichiatrico si può trovare apparentato, secondo Adornetto “poeta vero”, tra psichiatri, mafiosi e fascisti. Una questione di scelte e il dottore Adornetto ha fatto le sue. Noi abbiamo fatto le nostre.
Preferiamo tutt’altra poesia a quella di Adornetto.
La Redazione del

"Progetto Contraria-Mente"


(07 Ott. 2008)

giovedì 2 ottobre 2008

DALLA PARTE DELLA SCIENZA


LA COSCIENZA NON SI TROVA

«Nel corso degli ultimi decenni si è assistito a un rinnovato interesse per lo studio scientifico della coscienza. La nostra comprensione della natura e delle basi neurobiologiche della coscienza (“anima” nel pensiero filosofico e religioso) è ancora agli inizi, e ciò è in parte dovuto alla presenza di intrinseche ambiguità concettuali. Le patologie neuropsichiatriche, e in particolare l’epilessia, rappresentano una finestra privilegiata da cui è possibile indagare i correlati cerebrali delle alterazioni del normale stato di coscienza.» ([1])
Anima”, solo nel pensiero filosofico e religioso? Non anche in quello psichiatrico? E che cos’è la “psichiatria” se non il progetto realizzato che, delegando alla Medicina, quindi al medico, la cura dell’anima, fa della conoscenza del rapporto medico-anima-individuo una disciplina, dichiarata e sigillata come scientifica e chiamata “Psichiatria”?
Il termine “Psichiatria” deriva dal greco psyché (ψυχή) = spirito, anima e iatros (ιατρός) che significa medico. Letteralmente disciplina che si dovrebbe occupare della cura dell'anima.
Oltre a non essersi trovato niente, nella Medicina ufficiale, che potesse andare sotto il nome di “anima” niente s’è trovato sotto la sua più moderna denominazione di “coscienza”. Niente s’è trovato come fondamento biologico della coscienza. Addirittura «la nostra comprensione della natura e delle basi neurobiologiche della coscienza (“anima” nel pensiero filosofico e religioso) è ancora agli inizi
In altri termini, ancora oggi, alla base della Psichiatria, parte in pieno della Medicina, esiste solo una mai trovata “anima” e una mai trovata “coscienza” per non dire che siamo molto lontani dalla comprensione della natura e delle basi neurobiologiche della coscienza. Esiste solo una mai trovata “malattia”. Una tale fondamentale e profonda ignoranza è oggi la suprema qualità che fa della Psichiatria una Scienza, il presupposto per fare dell’Istituzione Psichiatrica prima di tutto una istituzione dell’inganno e una istituzione autoritaria, di potere, di dominio. In una condizione in cui la Psichiatria giustifica se stessa, la Medicina giustifica la Psichiatria, lo Stato giustifica la Medicina che giustifica la Psichiatria, in cui la società avalla il reciproco giustificarsi delle istituzioni di potere, è chiaro che ci troviamo in una condizione di dittatura della Psichiatria; veramente in una istituzione del male mentale.
Tutto questo discorso oggi più che alla Psichiatria è da riferire al Dipartimento di Salute Mentale che è l’organizzazione integrata di tante Psichiatrie; ed è questo discorso che fa concludere per il disastro, a diversi livelli, che consegue al definire “malattia” certi, anche inspiegabili, fenomeni che riguardano l’essere umano. Non ci stiamo qua fossilizzando sulla polemica del dualismo “malattia si/malattia no”; stiamo prendendo atto di quanto la Medicina dichiara in uno dei suoi momenti più alti di pubblicità, il XII Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia. Allora i cosiddetti “malati mentali” sono anche “malati di niente”, “non hanno niente”. Ecco. Qua incomincia la sfida che si pone in punto di vista trans-psichiatrico. Non hanno niente e non sono niente. La sfida, oltre la mummificazione nel dualismo “malattia/non-malattia”, è proprio nell’andare a rintracciare l’individuo lì dove si trova, in quel qualcosa che ha oltre il niente che ha, in quel qualcosa che è oltre il niente che è.

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[1]) La coscienza in neuropsichiatria, MODERATORI: F. Monaco, G. Giorello; Epilessia. Una finestra sulla coscienza, F. Monaco, A. Cavanna, Clinica Neurologica, Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, in: XII Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, PSICHIATRIA LE DOMANDE SENZA ANCORA UNA RISPOSTA, Roma, 19-23 Febbraio 2008, Abstract Book.