PER UN ANARCHICO IL TSO È DOPPIO
Nei reparti per la Tutela della Salute Mentale si muore di TSO. Le pratiche repressive, violente e sanguinarie eseguite fino alla morte sulla pelle di Francesco, per gli psichiatri fanno parte del protocollo previsto per casi di Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Il 31 Luglio 2009, Francesco Mastrogiovanni, di 58 anni, viene ricoverato, contro la propria volontà presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Aveva 58 anni. Alle 7.20 di martedì 4 agosto viene trovato morto nello stesso reparto presso cui era stato ricoverato.È stato il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ad emanare e firmare l'ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio contro Mastrogiovanni ma avrebbe potuto essere un altro qualsiasi dei tanti sindaci di questa democratica dittatura.
Secondo le cronache, dall’autopsia si evince che Francesco è morto per un edema polmonare provocato da un’insufficienza ventricolare sinistra e si rivela che il suo corpo presenta profonde lesioni a polsi e caviglie verosimilmente causate dai cordami utilizzati dai sanitari per legare una persona al letto. Anche per la procura di Vallo della Lucania, le lesioni dimostrerebbero l’allettamento forzato e prolungato del paziente in un letto di contenzione.
Non si sa, cosa che vogliamo sapere, quale malattia mentale gli abbiano trovato per rinchiuderlo fino alla morte, nel giro di quattro giorni, in un reparto psichiatrico ma per Francesco c’erano le aggravanti: «noto anarchico», personaggio «pericoloso socialmente, intollerante ai carabinieri», ribelle alla regola. Infatti Francesco fino alla fine si è professato anarchico e chi lo conosceva ne ha testimoniato i suoi comportamenti dolci, gentili, premurosi fuori dal comune. Perfino il parroco di Castelnuovo don Pietro Sacco, del quale non si possono sospettare simpatie anarchiche e che conosceva Franco da 37 anni, ha apprezzato i suoi sentimenti nobili, il suo attaccamento al senso della giustizia e l’attenzione che mostrava verso gli ultimi.
Anche quest’ennesimo TSO ha avuto le caratteristiche più di un attentato terroristico che di una pratica sanitaria dell’Istituzione psichiatrica contro un individuo a cui è stata certamente diagnosticata una malattia mentale ma nei confronti della quale era stata promessa cura e assistenza. Infatti la mattina del 31 luglio decine di carabinieri e vigili urbani, «alcuni in borghese, altri armati fino ai denti, hanno circondato la casa in cui alloggiava dall’inizio di luglio per le vacanze estive» con uno spiegamento di forze dell’ordine e di armi degno dell’arresto improbabile di un boss della camorra ma solo per dar seguito a un’ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Puntuale la replica degli psichiatri: «Finora sono state scritte solo falsità». «Contestiamo quanto finora pubblicizzato a mezzo stampa perché destituito di qualsiasi fondamento - ha detto Antonio Fasolino, insieme a Francesca Di Genio legale del primario di Psichiatria, Michele Di Genio - Il professor Mastrogiovanni è giunto in ospedale a seguito di una emanazione di un'ordinanza di "trattamento sanitario obbligatorio" da parte del comune di Pollica. I sanitari dell'ospedale di Vallo della Lucania hanno seguito il protocollo previsto per casi come questo».
Il pm nel suo atto di accusa dice che «Hanno ucciso un uomo in un letto di contenzione».
Francesco era un anarchico e un vissuto da anarchico aveva avuto e non è la prima volta che un anarchico, dove non viene ucciso misteriosamente, finisce in trattamento psichiatrico. Nonostante ciò dire che Francesco abbia avuto un TSO perché anarchico sarebbe negare che tali trattamenti non sono riservati solo agli anarchici o ai “non omologati”; sarebbe come tenere in scarsa considerazione che di TSO muore tanta gente che niente ha a che vedere con l’Anarchia. Nello stesso tempo vogliamo evidenziare e denunciare che se tale trattamento, propriamente con quel tipo di protocollo, è quello riservato a tanta brava gente, quello riservato a Mastrogiovanni è un TSO doppio.
Non siamo certo in tempi di Psichiatria manicomiale né di ospedale psichiatrico. La morte di Mastrogiovanni è avvenuta all’interno delle solo diversamente autoritarie strutture della Salute Mentale. Che cosa si vorrebbe poter conservare di tali moderne nonché democratiche strutture di dominio sanitario che promettono tutela e garantiscono la morte? Niente. Proprio niente. La stessa dignità e lo spirito di abnegazione di quella minoranza dallo sguardo diverso sulla follia sono già periti sotto una mangiata di povere nella stessa sepoltura che ha seppellito Franco come tanti altri individui travolti dalla scienza psichiatrica.
A quando l’avvio di un processo di distruzione delle attuali invisibili ma più spesse mura della Salute Mentale dove la nostra vita viene consumata prima ancora di essere stata usata?
Gaetano Bonanno