domenica 6 giugno 2010

THE ICARUS PROJECT

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SI PUÒ FARE... MA CONTRARIA-MENTE
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al di là di uno sguardo medicalizzante
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al di là di uno sguardo stigmatizzante
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al di là di una metodologia istituzionale
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uno sguardo trans-psichiatrico
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Questa volta una Medicina più subdola, la Medicina psichiatrica, dopo l’abbandono di obsolete melmose e sanguinarie strutture. Questa volta le Psichiatrie. Non più internamento. Alla luce del sole. Sotto gli occhi di tutti. Profonda cecità.
Invisibili corpi fuori d’ogni Utilità. Non compatibili con nessuna Utilità. Facce angeliche toccate dall’afflato della nuova scienza psichiatrica hanno teorizzato: se il lavoro nobilita l’uomo perché non dovrebbe nobilitare pure loro? Così la riabilitazione era pensata come possibilità di inserimento nel mondo del lavoro della produzione. Detta la cosa così che cosa mai si sarebbe potuto dire? Niente. Proprio niente. Bisognava andare solo un po’ più in là. Dove non sono mai voluti andare. Hanno dovuto constatare che: se il lavoro schiavizza e annichilisce gli individui una volta, ha schiavizzato, annichilito e frustrato quegli individui come minimo già per due volte in più. Ma l’hanno mai veramente e onestamente constatato? È subitanea l’affinità tra l’ideologia del lavoro con l’ideologia della velocità di futuristica memoria.
Cosa si deve fare quando c’è una “malattia mentale”? Chi mai lo saprà. Cosa stanno facendo ai cartellati della Salute Mentale? Chi mai lo capirà. Dal Manicomio, dove sono finiti? Sono scomparsi. Si sono dileguati. Dove sono finiti giganteschi blocchi di tufo cingenti d’assedio persone ingabbiate? Ora sono solo invisibili mura le cui porte sono nei servizi polverizzati sul territorio. La storica violenza della Psichiatria? Scomparsa. Finita. Non c’è più. Roba d’altri tempi. La relazionalità istituzionale non si nasconde più città nella città, si insinua fin dentro le case della gente. E le strutture intermedie? Punti di raccolta differenziata dei fallimenti della Salute Mentale. Questa volta non ci sono più scuse. È tutta colpa della malattia e del nostro cervello. Se qualcuno se ne accorgerà potrà essere perfino troppo tardi. No. È già ora troppo tardi. Eccezionali e sparute esperienze se dimostrano che si può fare dove la libertà è terapeutica, dimostrano pure che l’autoritarismo della Salute Mentale, di natura non diversa da quello manicomiale, è l’attuale cronicizzazione della malattia. È sempre tempo e sempre l’occasione buona per strapparsi l’istituzione che si insinua fin dentro le vene e autorganizzare la propria lotta per la difesa della salute mentale. Vecchi direttori difendevano il Manicomio. Nuovi direttori difendono a spada tratta la Salute Mentale. The Icarus Project è un’esperienza autogestionaria che guarda le condizioni del Disagio Relazionale al di là del modello medico. Gruppi autonomi di base per la difesa e il mutuo appoggio per la salute mentale, per individui che vivono condizioni di Disagio Relazionale e per la promozione della salute mentale in una relazionalità antiautoritaria.
Uno sguardo diverso alla follia è un progetto in un fine. Gli strumenti dell’istituzione della Salute Mentale più che mezzi atti a raggiungere quel fine si sono ampiamente dimostrati i mezzi per una solo diversa manicomializzazione del territorio. Diciamo questo non perché non riteniamo valido il pensiero che ispirava le lotte contro l’istituzione Manicomio, non perché non riteniamo valide le teorizzazioni assistenziali nate da quel pensiero, non perché non apprezziamo lo spirito di abnegazione di chi, anche eccezionalmente, pur tra le pieghe dell’istituzione ha dimostrato che si può fare, ma perché ogni carrozzone istituzionale, in una relazionalità fittiziamente libertaria ma realmente e oggettivamente autoritaria, di Potere e in una logica delle Utilità, impedisce e inibisce a tal punto la possibilità di uno sguardo diverso fino a trasformare quelle pieghe istituzionali in vero e proprio cappio al collo della gente.
Immediati difensori: era meglio prima? Era meglio il Manicomio? La retorica del confronto è solo retorica istituzionale: è impossibile il confronto quando manca il mezzo del confronto. Chi era dentro il manicomio poteva meglio accorgersi di cosa gli stavano facendo. Ma anche quella comprensione era da trattare perché dichiarata non vera e sintomo della stessa malattia. Oggi per tanta gente cartellata in Salute Mentale è difficile accorgersi di cosa stanno loro facendo. Quando qualcuno se ne accorge può essere perfino troppo tardi. Anche per chi guarda di fuori è oggi più difficile, anche se non impossibile, accorgersi di cosa sta avvenendo nell’attuale manicomializzazione. Quando qualcuno se ne accorge, quelli sono segni di incompatibilità. Segni di una diversa malattia.
Eccezionali e sparute esperienze se dimostrano che si può fare e se dimostrano che la libertà può essere terapeutica, dimostrano pure che l’autoritarismo dell’istituzione della Salute Mentale è l’attuale cronicizzata malattia; dimostrano pure che lì dove il Manicomio rinchiudeva la Salute Mentale esclude. Una solo diversa forma di reclusione.
Esperienze come quelle del Freedom Center e del The Icarus Project dimostrano non solo l’importanza dell’attualità di uno sguardo diverso alla follia ma che si può sempre fare, ma questa volta in modo diverso.
The Icarus Project è una web-community, una rete di supporto di gruppi locali, ed un progetto mediatico creato dalle e per le persone che devono fare i conti con il disturbo bipolare e altre doti scomode comunemente etichettate come “malattie mentali.” The Icarus Project sta creando una cultura e una lingua nuove che sono in risonanza con le nostre effettive esperienze della follia, anziché tentare di incastrare le nostre vite in schemi convenzionali.
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COS'È "THE ICARUS PROJECT"


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