mercoledì 13 aprile 2011

TERAPIE DISABILITANTI





TERAPIE PSICHIATRICHE CEREBRO-INVALIDANTI





Farmaci, elettroshock e compagine psicofarmaceutica




Autore: Dott. Peter Breggin




Editore: Springer Publishing Co.




Anno: 2008




Nuova edizione rivista ed aggiornata




Psicofarmaci tra miracoli e nocività cerebrale. La Medicina psichiatrica per la Salute Mentale investe sempre più sullo psicofarmaco quale intervento elettivo. Quella che per la Salute Mentale italiana è Medicina secondo le EBM, per molti psichiatri USA è una pratica invalidante del cervello. Per lo psichiatra Peter Breggin si tratta di una “infame realtà”. Quella della Psichiatria che comunque non opera da sola ma all’interno di una più ampia organizzazione di Potere.




È la compagine che organizza l’industria psicofarmaceutica americana considerata come polo avanzato nella promozione e nell’impiego di psicofarmaci per la cura dei disturbi mentali.




Un libro di un cinquecento pagine; né una prima colazione né uno spuntino a merenda. Non un taccuino da viaggio né un romanzo per gli ombrelloni d’agosto. Meglio così. Una critica alla moderna Psichiatria. Relativamente ai danni da psicofarmaci diagnosticati come sintomi della malattia che galoppa, lo psichiatra Breggin qualcosa dentro quel malloppo l’ha messo. Basta dare un’occhiata all’indice, che abbiamo volutamente lasciato in lingua, per rendersi conto degli argomenti con i quali motiva quella che definisce una “infame realtà”. Una lobotomizzazione chimica. Indicazioni su come prestare aiuto senza sostanza psicoattiva. I principi generali per una corretta sospensione degli psicofarmaci. Come “Progetto Contraria-Mente” non prestiamo giuramento su Breggin come non lo prestiamo su altri psichiatri più o meno critici. Ci incontra sul nostro tragitto e lo leggiamo come tante altre cose ed altri autori abbiamo letto. Per le conclusioni non c’è mai fretta ma rimane sempre responsabilità del lettore pervenire ad una conclusione piuttosto che ad un’altra.




Arriva a considerare anche uno dei non ultimi neurolettici messi in commercio come l’Abilify nella nuova edizione dell’opera del 2008 della quale nella presente recensione inseriamo alcuni passi significativi e l’Indice:




- Presentazione del Dott. Breggin di “Terapie psichiatriche cerebro-invalidanti”.




- Fattori psicologici che influiscono sull’illusione terapeutica.




- Invalidità di natura iatrogena e relativa contestazione nella psichiatria autoritaria.




- Terapie psichiatriche cerebro-invalidanti.




- Terapia senza farmaci.




Breggin fa un lavoro ben documentato e approfondito ma non riesce ad eludere una critica che riteniamo fondamentale nei confronti di ogni organizzazione e di ogni forma di Potere, quella contro la relazionalità autoritaria che ne è alla base. Non è certo questa critica che può sminuire il valore delle informazioni che Breggin fornisce non solo sulla Psichiatria ma anche sul suo più ampio contesto dallo psichiatra definito “compagine”. Sembrerebbe appena conseguenziale e coerente che se alla “compagine” si rivolge una critica attraverso la Psichiatria questa critica non fosse condotta nella stessa logica che fonda quella “compagine”.




Breggin nel suo lavoro introduce il concetto di “compagine”, con il quale vuole indicare le interazioni esistenti tra case farmaceutiche, ricercatori, enti statali, organizzazioni mediche e Psichiatria. Un’associazione che organizza una compagine all’interno della quale la Psichiatria si rende responsabile di quei metodi e di quelle pratiche che Breggin definisce “infame realtà”. Una compagine le cui interazioni non sono qualificabili altrimenti che come rapporti di Potere e che in una prospettiva di Potere fluiscono. Con significato del termine, Breggin non sembra includere, né tanto meno specificare, l’essenza relazionale che fonda tale compagine, che altro non è che una relazionalità di Potere, autoritaria e di dominio. Non introduciamo tale chiarimento immotivatamente quanto per evidenziare che le critiche, rivolte quasi regolarmente alla Psichiatria da più parti, non sempre si pongono in una relazionalità empatica, antiautoritaria e nella prospettiva delle inutilità. Essendo alla base di quella compagine una logica delle Utilità, una relazionalità autoritaria e di Potere, uno sfrenato cinismo, se la critica ad essa rivolta non si pone in una prospettiva delle inutilità e in una relazionalità antiautoritaria ed empatica cosa la differenzierebbe nella sua essenza dall’essenza di quella stessa “compagine”?




TERAPIE DISABILITANTI





La Redazione del "Progetto Contraria-Mente"



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