sabato 29 marzo 2008

PROGETTO CONTRARIA-MENTE

Masino

UN'OCCASIONE

NÉ PSICHIATRIA NÉ ANTIPSICHIATRIA
Il “Progetto Contraria-Mente”, pur se punto di vista sulle condizioni di Disagio Relazionale, non è progetto medicalizzante. Un’occasione di critica e di lotta contro l’autoritarismo dell’istituzione psichiatrica di sempre nel suo riciclarsi all’interno dei Dipartimenti di Salute Mentale. Ogni lotta di emancipazione e di liberazione parte sempre dai bisogni reali e concreti degli individui. Allora un’occasione di lotta che parte dal bisogno di salute e di qualità di vita. In un metodo di lotta autogestionario, nella prospettiva e nella pratica dell’autonomia e dell’antiautoritarismo. Un’occasione, folli tra i folli, di lotta alla relazione di dominio e autoritaria e di promozione e pratica della relazione empatica in autogestione. Una lotta d’emancipazione che se ha bisogno di affinità in un metodo e in una prospettiva non ha certo bisogno di etichette. Né psichiatria, né antipsichiatria, né nonpsichiatria.
Quel nostro modo distorto di vedere la realtà, avrà sue motivazioni. Quello che ci possiamo augurare è che chi ci legge, in risposta alla nostra richiesta di aiuto, possa farlo in modo, prima di tutto, non autoritario, quindi che ci leggesse in modo corretto e nel rispetto della nostra dignità e libertà, possibilmente accedendo ad una relazionalità empatica e scartando una relazione autoritaria.
Nel settore critico c’è anche chi si chiede: scienza o non scienza, laboratorio o non laboratorio, malattia o non malattia, possiamo utilizzare le eventuali acquisizioni scientifiche sul nostro sistema nervoso in senso libertario, in senso liberatorio, in senso emancipativo, in modo antiautoritario, in una logica autogestionaria?
Non stiamo parlando di alcuna organizzazione che non è pensabile nel fittizio della via telematica. Stiamo parlando di un’occasione che fa riferimento sia al settore della sofferenza sia al settore del laboratorio. Il tentativo è quello di darsi un modo di essere per un modo per esserci non ideologico. Se tutto ciò lo vogliamo ancora tradurre concettualmente, il Progetto Contraria-Mente non è né con la psichiatria né con l’antipsichiatria, della quale spesso, molto spesso si parla a sproposito.
Con un’operazione cartesiana entrambi scindono l’individuo in anima e corpo e rivolgono la rispettiva attenzione alla psiche per la quale la psichiatria trova delle malattie, mentre nell’anti-psichiatria, alcuni trovano la malattia, altri no.
L’antipsichiatria nasce in psichiatria. Gli aspetti teorici dell’anti-psichiatria, ma anche le proposte pratiche del prendersi cura, sono nate e cresciute all’interno della stessa psichiatria dalla quale, per più di un motivo, non sono riuscite mai del tutto a distaccarsi.
L’istituzione psichiatrica si è spinta fino a promuovere la relazione autoritaria e a criminalizzare, a bocciare, ad attaccare e a bandire la relazione empatica. Il problema non è nel non essere riuscita a trovare una malattia ma nell’aver spacciato la menzogna come verità su cui fondare un’istituzione di pura e semplice gestione del dominio.
L’istituzione psichiatrica è di potere, di dominio e autoritaria indipendentemente dalla malattia ma molto di più con la malattia; infatti per essere autoritaria non ha avuto bisogno nemmeno della stessa malattia.
Riferendoci al metodo autogestionario che, anche in relazione alle problematiche del Disagio Relazionale, promuove una relazione empatica ad una relazione di potere, di dominio e autoritaria, non stiamo facendo spazio all’idea di una santa ignoranza, all’inno alla religiosità, all’incompetenza, all’inesperienza, alla rozzezza, alla disinformazione, alla mancanza di consapevolezza.
Ponendosi, Contraria-Mente, quale occasione di lotta intermedia, se da un lato è lotta per la garanzia di quanto l’istituzione, a partire dalla riforma ha promesso e mai garantito, dall’altro è anche lotta critica all’istituzione psichiatrica in una metodologia autogestionaria. In tal senso, malattia o non malattia, Contraria-Mente si relaziona con individualità, gruppi, associazioni che condividono un metodo autogestionario di lotta all’istituzione psichiatrica, ma riconoscono in ogni caso l’importanza che, in seno alla stessa lotta autogestionaria, già da ora si assuma il Disagio Relazionale come un problema proprio, del progetto stesso, non di assistenza sanitaria, non in modo medicalizzante ma dal punto di vista del muto appoggio, da un punto di vista olistico e relazionale; che riconoscano la necessità di una lotta di difesa per far sì che l’istituzione della Salute Mentale possa garantire ciò che con la riforma ha promesso e che lo possa garantire non in senso autoritario (con TSO, elettroshock, camicie di forza chimiche, ricoveri nei piccoli manicomietti sul territorio) ma in senso sanitario, libertario e nel rispetto della dignità delle persone che alla Salute Mentale si rivolgono, con un riferimento critico alle più avanzate conoscenze in materia di disagio, come libera e cosciente scelta delle persone e delle loro famiglie.
Chiunque si voglia relazionare col “Progetto Contraria-Mente” tenga conto delle affinità di metodo e di prospettiva che nell’occasione Contraria-Mente può riscontrare.
La Redazione di:

Contraria-Mente
Contraria-Mente-Nero
L’Incompatibile

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